"Faccia d'angelo" versione femminile ricercata da dodici anni: arrestata ed estradata in Italia
La bella colombiana distraeva gli impiegati delle banche prescelte con la sua "faccia d'angelo", poi entravano in azione i complici. Colpi a Mestre e San Stino.
Ricercata da 12 anni per furti commessi in Veneto che avevano fruttato quasi 250mila euro. Arrestata in Colombia, accompagnata in Italia per scontare una pena di quasi 10 anni.
"Faccia d'angelo" versione femminile ricercata da dodici anni
A cavallo tra il 2008 ed il 2009 aveva commesso tre furti nelle province di Venezia e Treviso, ai danni di altrettanti istituti bancari, mostrando una spregiudicatezza ed un’abilità non comuni. Il copione era sempre lo stesso: il giorno della consegna del denaro da parte delle guardie giurate (che erano evidentemente pedinate), la colombiana Tatiana Maria Beltran Prieto ed un numero variabile di suoi complici, tutti ben vestiti, si introducevano all’interno della filiale della banca da “colpire”.
Approfittando del suo volto innocente e dell’indiscutibile avvenenza fisica, la donna in questione distraeva gli impiegati presenti, permettendo così ai suoi compari di impossessarsi del plico con i contanti appena depositato dai Vigilantes. Con questo semplice ma geniale stratagemma i malviventi erano riusciti a sottrarre 99.000 euro ad una banca di Mestre, 81.000 ad una di Treviso e 62.500 (oltre a circa 2500 dollari) ad una di S. Stino di Livenza.
Le indagini dei militari
Messisi sulle loro tracce e confrontando le immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza con quelle di persone arrestate in tutta Italia, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Venezia riuscirono ad individuare 4 degli autori dei fatti tra cui, appunto, la donna.
Le indagini permisero altresì di scoprire che la donna (una vera specialista del furto con destrezza) aveva commesso numerosi altri reati tra Roma, l’Abruzzo, la Toscana e la Lombardia. Il procedimento giudiziario, trasferito nel frattempo per competenza a Milano, presentava però tratti di particolare complessità. La colombiana (nel frattempo eclissatasi e le cui ultime tracce la davano tra la Spagna e la Colombia) aveva infatti sempre fornito generalità diverse tutte le volte che era stata fermata, dicendo di essere ora Colombiana, ora Venezuelana, Spagnola o Portoricana. Ciò faceva nascere dubbi sulla sua vera identità, fondamentale per arrivare all’esecuzione della condanna, giunta dopo anni ed a seguito dell’unificazione di tutti i procedimenti avviati dalle varie Procure sparse per l’Italia.
La cattura
Con la cooperazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia di Roma (S.C.I.P.), che interessava le autorità consolari di vari Stati, i Carabinieri di Venezia sono riusciti però ad avere un riscontro positivo dalla Colombia. Le autorità di Bogotá, confrontando le impronte digitali in proprio possesso (che in quel Paese, al compimento dei 18 anni, tutti i cittadini forniscono quando richiedono la carta d’identità), con quelle inviate dall’Italia, confermavano infatti che la persona ricercata era proprio la BELTRAN PRIETO Tatiana Maria. Aggiungevano anche che la donna, in Colombia, non aveva mai avuto noie con la Giustizia.
Tatiana Maria Beltran Prieto quindi, una volta ottenuto un mandato internazionale di cattura, è stata arrestata e trasferita in Spagna. Da qui, nell’ambito di una maxi operazione internazionale di polizia (uno scambio di 13 detenuti tra l’Italia ed il paese iberico), è stata poi inviata il 27 gennaio scorso a Milano, per scontare una pena complessiva di quasi dieci anni.