L'operazione della Guardia di Finanza

Esportazione illegale di camion inquinanti: erano destinati a Paesi africani

In Italia non possono essere più usati? E allora questi soggetti li vendevano ad altri Paesi contribuendo a innalzare i livelli di inquinamento...

Esportazione illegale di camion inquinanti: erano destinati a Paesi africani
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A seguito di delega della Procura della Repubblica di Venezia Le Fiamme Gialle del II Gruppo del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia hanno dato esecuzione al provvedimento di sequestro di 60 automezzi commerciali, destinati all’esportazione definitiva verso i Porti del Nord Africa.

Esportazione illegale di camion inquinanti: erano destinati a Paesi africani

Il meccanismo fraudolento sarebbe finalizzato ad eludere l’adeguamento degli automezzi in questione alle più stringenti normative di sicurezza stradale ed ambientali europee, evitando di sostenerne i relativi costi e monetizzando gli stessi attraverso l’esportazione in paesi ove gli stessi possono continuare ad essere utilizzati (cd. dumping ambientale).

Il fenomeno delle esportazioni illegali di veicoli usati si inserisce nel preoccupante contesto di molti Paesi che non richiedono standard di sicurezza stradale ed ambientali, contribuendo in tal modo all’inquinamento atmosferico ed ostacolando gli sforzi per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, come emerge dall’ultimo rapporto pubblicato dal Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP).

Gli approfondimenti sono stati avviati sulla base di attività di osservazione svolta nei pressi del piazzale del Porto commerciale di Marghera, presso cui veniva riscontrata una anomala presenza di un gran numero di automezzi.

Le attività di analisi eseguite sui veicoli individuati hanno permesso di rilevare concreti elementi indiziari per cui i requisiti necessari per l’esportazione definitiva sarebbero stati attestati “fittiziamente” da parte della medesima agenzia di disbrigo pratiche auto, con sede in Piemonte.

Le attività d’indagine, dirette dalla Procura della Repubblica di Venezia, hanno consentito di acquisire puntuali elementi che consentono di sostenere l’ipotesi della frode: sono stati individuati, in particolare, soggetti di origine prevalentemente straniera che avrebbero richiesto alla citata agenzia di disbrigo pratiche auto il rilascio di certificati attestanti l’avvenuta radiazione per esportazione definitiva, sebbene i veicoli non disponessero dei requisiti necessari.

È stato riscontrato, inoltre, che gli Uffici del P.R.A. avevano emesso degli avvisi di “ricusazione” per le pratiche in questione; il sistema, tuttavia, sarebbe stato “forzato” da parte della titolare dell’agenzia, mediante il ricorso ad una procedura di “emergenza” tale da consentire di stampare i relativi certificati, tutti regolarmente apposti sui libretti di circolazione degli automezzi.

In questo modo gli automezzi sono stati da ultimo “introdotti” nel porto commerciale di Marghera, corredati di documentazione solo formalmente in regola, da presentare in Dogana per procedere illegalmente all’esportazione definitiva.

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