a Venezia

Detenuto denuncia violenze subite dalle guardie carcerarie al Santa Maria Maggiore

Il 23enne avrebbe trascorso tre giorni in terapia intensiva per costole rotte, lesioni a un orecchio, un occhio tumefatto e lesioni alla milza

Detenuto denuncia violenze subite dalle guardie carcerarie al Santa Maria Maggiore
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Un 23enne di Mestre, detenuto al San Maria Maggiore di Venezia, ha affermato di aver subito violenze da parte delle guardie carcerarie. Secondo i referti medici, il giovane sarebbe stato trasferito al Montorio di Verona con costole rotte, lesioni a un orecchio, un occhio tumefatto e lesioni alla milza.

Venezia, detenuto denuncia violenze subite in carcere

Fratture, lividi e un'emorragia interna in corso: queste le condizioni di un 23enne di Mestre trasferito dal carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia al Montorio Veronese.

Il ragazzo è stato poi portato d'urgenza all'ospedale Borgo Roma e dopo un delicato intervento all'addome è rimasto tre giorni in terapia intensiva.

A provocargli tutte quelle lesioni sarebbero state alcune guardie carcerarie: il 23enne ha, infatti, affermato di essere stato selvaggiamente picchiato il 19 febbraio 2024 dai secondini del Santa Maria Maggiore.

Sull'accusa stanno indagando il Garante dei detenuti e di conseguenza la Procura di Venezia, competente per territorio, che ha già iniziato gli accertamenti.

Le uniche prove al momento sono i referti medici, in cui si attesta di un paziente arrivato al carcere di Verona dalla Casa circondariale di Venezia con costole rotte, lesioni a un orecchio, un occhio tumefatto e lesioni alla milza, che avevano provocato un'emorragia interna.

Aveva commesso una rapina a mano armata

Il 23enne era detenuto per aver commesso una rapina nel 2019. Il giovane, insieme ad un secondo complice, aveva fatto irruzione in una sala slot di Spinea con il volto coperto e armato di pistola, con la quale aveva minaccio e rinchiuso in uno sgabuzzino la cassiera.

Le accuse furono di rapina a mano armata, sequestro di persona e detenzione abusiva di arma. La richiesta della Procura era stata di 9 anni, pena ridotta in appello a 7 anni e 6 mesi.

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