Centro storico

Contributi "acqua granda", scoperti 13 furbetti: avevano incassato i risarcimenti presentando documenti falsi

Hanno ottenuto 230.000 euro di contributi erogati per l’emergenza acqua alta del novembre 2019 in modo fraudolento.

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Contributi "acqua granda", scoperti 13 furbetti: documenti falsi per ottenere i risarcimenti

La Guardia di Finanza di Venezia ha denunciato 13 persone che hanno ottenuto 230.000 euro di contributi erogati per l’emergenza acqua alta del novembre 2019 presentando al Comune di Venezia documentazione falsa

Contributi "acqua granda", scoperti 13 furbetti

La Guardia di Finanza di Venezia ha denunciato 13 persone che hanno ottenuto 230.000 euro di contributi erogati per l’emergenza acqua alta del novembre 2019 presentando al Comune di Venezia documentazione falsa.

L’operazione è stata eseguita in attuazione del protocollo d’intesa stipulato il 13 dicembre 2019 tra il Dipartimento della Protezione Civile e il Comando Generale della Guardia di Finanza, finalizzato a contrastare le indebite percezioni dei fondi pubblici messi a disposizione dal Governo per fronteggiare i danni provocati dagli eccezionali eventi di marea di 2 anni fa.

I controlli sulle attività del centro storico

In questo contesto, in stretta collaborazione con il Comune di Venezia - che ha messo a disposizione dei finanzieri del 1° Nucleo Operativo Metropolitano del capoluogo il data base con i dati dei percettori - sono stati avviati controlli nei confronti di alcune imprese del centro storico che avevano ottenuto i risarcimenti, al fine di verificare il possesso dei requisiti legittimanti la richiesta e la percezione dei fondi.

I riscontri eseguiti dai finanzieri hanno permesso di verificare che 12 operatori economici di origine cinese, titolari di altrettanti esercizi commerciali operanti nel centro storico di Venezia, avevano presentato, per dimostrare il danno subito, fatture emesse da 5 aziende con sede in Veneto, Toscana, Puglia e Lombardia, anch’esse intestate a soggetti di nazionalità cinese.

Imprese di comodo e fatture false

Ulteriori approfondimenti hanno evidenziato che le aziende che avevano emesso le fatture erano in realtà imprese di comodo non realmente operanti ma utilizzate per l’emissione di fatture false. Una di esse, pur avendo emesso fatture con data successiva agli eccezionali eventi di marea del 2019, era formalmente già cessata dal precedente mese di gennaio.

In altri casi, inoltre, alcuni dei beneficiari coinvolti, nonostante fossero titolari di aziende del tutto scollegate tra loro, hanno allegato alle rispettive richieste di contributo foto identiche attestanti i danni dichiaratamente subiti.

Al termine dell’attività sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Venezia 13 soggetti per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti.

 

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