Grido d'allarme

Confcommercio San Donà-Jesolo su nuovo Dpcm: "Con ristorazione rischia di chiudere tutto l'indotto collegato"

Il grido d'allarme del presidente Faloppa: "Rivediamo il Dpcm, fateci lavorare".

Confcommercio San Donà-Jesolo su nuovo Dpcm: "Con ristorazione rischia di chiudere tutto l'indotto collegato"
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Il grido d’allarme di Angelo Faloppa, presidente di Confcommercio San Donà-Jesolo all’indomani del nuovo Dpcm che pone delle forte restrizioni per tutto il comparto dei pubblici esercizi.

Grido d'allarme

“Con la ristorazione rischia di chiudere tutto l’indotto ad essa collegata”. E’ il grido d’allarme di Angelo Faloppa, presidente di Confcommercio San Donà-Jesolo all’indomani del nuovo Dpcm che pone delle forte restrizioni per tutto il comparto dei pubblici esercizi.

“C’è l’errata convinzione che le restrizioni imposte a bar, ristoranti, pub… interessino una sola categoria, quella dei pubblici esercizi. Premesso che ci si riferisce comunque di migliaia di imprese (solo tra San Donà di Piave e Jesolo sono oltre 6mila), che significano anche migliaia di lavoratori, non ci si rende conto di tutto quello che sta dietro alla ristorazione".

"Rivedete il Dpcm, fateci lavorare"

Imprese che, direttamente o indirettamente, danno lavoro a tante altre realtà: si pensi, ad esempio, ai trasporti, all’agricoltura, ai fornitori di generi alimentari e di bevande, le aziende vitivinicole.

"Mettere in difficoltà i pubblici esercizi, la ristorazione, con queste restrizione, significa rischiare di fare chiudere anche tutto ciò che è collegato alla ristorazione stessa. Rivediamo il Dpcm, fateci lavorare”.

Faloppa ricorda come, con grande senso di responsabilità, gli imprenditori si siano sempre dimostrati sempre molto rispettosi delle norme.

“Gli imprenditori di questo settore si stanno dimostrando persone responsabili, che rispettano rigorosamente i protocolli sanitari loro imposti, che non possono reggere ulteriormente una situazione che decreterebbe la condanna a morte per migliaia di imprese. È evidente che non si possono far ricadere le responsabilità del ritorno dell'epidemia sul nostro comparto: sono altri i fattori che hanno purtroppo causato una nuova emergenza”.

Il commento del delegato comunale Teso

Il delegato comunale di Jesolo, Alberto Teso, sottolinea anche il danno sociale che le chiusure causeranno.

“Nei confronti soprattutto delle persone più fragili, come gli anziani, che hanno un bisogno essenziale di socializzare e stare assieme: chiudere tutti i luoghi di ritrovo abituale, dalle piscine agli oratori, dai circoli alle palestre, significa condannare milioni di italiani alla solitudine, in una fascia d'età in cui le relazioni
interpersonali sono indispensabili per mantenere un accettabile livello di vita e migliorare anche le condizioni di salute delle persone”.

E infine:

“Chiediamo – conclude Faloppa - di poter continuare a lavorare per non morire e per questo servono, senza ritardo o inutili annunci, le misure promesse”.

Anche Confcommercio San Donà-Jesolo sarà presente a Verona, mercoledì 28 ottobre, alla grande manifestazione di Fipe-Confcommercio.

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