Individuati i due banditi

Coltello alla gola e pistola puntata: violenta aggressione a Venezia

La vittima, una guardia giurata, ha dovuto affrontare i due banditi ma non ha avuto la meglio

Coltello alla gola e pistola puntata: violenta aggressione a Venezia
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Nella tarda serata di venerdì, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Venezia hanno proceduto all’arresto di due quarantenni veneziani riconosciuti colpevoli, al termine del giudizio in Cassazione, di una rapina ai danni di una Guardia Particolare Giurata commessa nel centro storico veneziano nel dicembre 2012.

Coltello alla gola e pistola puntata: violenta aggressione a Venezia

Nella circostanza, i militari operanti hanno rintracciato i due soggetti nel sestiere Castello di Venezia, zona dove i due sono soliti vivere, e li hanno tratti in arresto per poi condurli, una volta terminate le verbalizzazioni di rito presso gli uffici dei Carabinieri di San Zaccaria, alla Casa Circondariale di Venezia, dove dovranno scontare la pena definitiva di 4 anni e 6 mesi.

L’articolata attività investigativa, anche di tipo tecnico, diretta dall’Autorità giudiziaria lagunare, a suo tempo delegata ai militari del Nucleo Operativo di Venezia, aveva permesso di acquisire un quadro indiziario in relazione ad una rapina patita la notte del 28 dicembre 2012. Nell’occasione, una Guardia Giurata che prestava servizio per un Istituto di Vigilanza, nel frangente di un servizio notturno di controllo e vigilanza ad alcuni obiettivi in laguna, veniva affrontata in modo violento dai due soggetti che, travisati da passamontagna, aggredivano l’uomo immobilizzandolo e minacciandolo uno con una pistola e l’altro con un coltello puntato alla gola. Dopo essersi fatti consegnare la pistola, che la guardia giurata portava al seguito per l’espletamento del proprio servizio, danneggiavano il natante dell’istituto di vigilanza al fine di renderlo ingovernabile e guadagnavano la fuga a bordo di una propria imbarcazione facendo perdere le proprie tracce.

L’indagine susseguente veniva condotta partendo dalla descrizione del fatto reato e dai rilievi tecnici eseguiti, che permettevano, grazie anche alla conoscenza delle persone pregiudicate gravitanti nel territorio veneziano, di orientare i sospetti verso i due veneziani.

I successivi riscontri ottenuti grazie ad attività tecnica, in particolare all’utilizzo delle intercettazioni telefoniche, hanno consentito di riscontrare gravi indizi di colpevolezza a carico dei due pregiudicati residenti in Venezia Castello, indizi che si sono dimostrati idonei a superare le successive fasi del giudizio sino a quello della Corte Suprema di Cassazione, che il 23.02.2023 ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso proposto e stabilito la pena definitiva per i due odierni arrestati.

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