Udienza preliminare il 25 maggio

Chiesto il rinvio a giudizio per l'automobilista che provocò l'incidente costato la vita a Riccardo Mian

Il tragico incidente è successo l’8 giugno 2019 sulla Provinciale 43, a Quarto d’Altino.

Chiesto il rinvio a giudizio per l'automobilista che provocò l'incidente costato la vita a Riccardo Mian
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A quasi due anni dalla tragedia, si avvicina finalmente il momento della giustizia per i familiari di Riccardo Mian, il giovane di Sant’Erasmo (Venezia) rimasto incolpevole vittima a soli trent’anni di un incidente con la sua moto l’8 giugno 2019 sulla Provinciale 43 tra Caposile e Portegrandi, a Quarto d’Altino.

Chiesto il rinvio a giudizio

Il Pubblico Ministero della Procura lagunare, dott.ssa Antonia Sartori, titolare del relativo procedimento penale per omicidio stradale, ha chiesto il rinvio a giudizio per l’automobilista che ha causato il sinistro con un sorpasso azzardato, G. A., oggi 72 anni, di Casier (Treviso), e il Gup, dott. Gilberto Stigliano Messuti, riscontrando la richiesta, ha fissato l’udienza preliminare del processo per il prossimo 25 maggio 2021, alle 11.45, in Tribunale a Venezia.

Quel maledetto sabato mattina, alle 7.20 circa, Mian, operatore socio-sanitario, stava andando al lavoro a Mestre presso la casa di riposo Antica Scuola dei Battuti, quando, alla progressiva chilometrica 5+000, si è all’improvviso trovato davanti nella propria corsia l’Audi A 5 condotta dal settantaduenne che sopraggiungeva dal senso opposto di marcia, da Portegrandi a Caposile, e che stava superando un mezzo pesante: il motociclista ha tentato disperatamente di evitare la vettura ma l’impatto è stato inesorabile e terribile, non lasciandogli scampo. Il trentenne, sbalzato dalla motocicletta e scaraventato ad di là del guardrail, nel fossato laterale, è deceduto praticamente sul colpo per le gravissime lesioni riportate nell’impatto con la macchina e nella caduta a terra.

La Procura di Venezia ha subito iscritto nel registro degli indagati l’automobilista e disposto una perizia cinematica per chiarire la dinamica, le cause e le responsabilità dello scontro, incaricando a tal fine come proprio consulente tecnico l’ing Mario Piacenti, il quale ha concluso che la “causa determinante dell’incidente” era stata per l’appunto la “manovra di sorpasso intrapresa dall’indagato per superare l’autoarticolato che lo precedeva nella marcia”. Alle operazioni peritali ha partecipato anche l’ing. Pierluigi Zamuner, come consulente di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui i congiunti del giovane si sono affidati per essere assistiti, attraverso il responsabile della sede di San Donà di Piave, Riccardo Vizzi.

Al termine della indagini preliminari, dunque, la dott.ssa Sartori ha chiesto il processo per G. A., perché, per citare la richiesta di rinvio a giudizio, “per imprudenza, negligenza, imperizia e con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale, consistite, in particolare, nell’eseguire il sorpasso dell’autoarticolato che lo precedeva nella marcia omettendo di accertarsi preventivamente che la visibilità fosse tale da consentire la manovra e che la stessa potesse compiersi senza costituire pericolo o intralcio, nonché di accertarsi preventivamente che la strada fosse libera per uno spazio tale da permettere la completa esecuzione del sorpasso”, ha causato la morte di Riccardo Mian che, “alla guida della sua moto, sopraggiungeva nella direzione contraria, impegnando la corsia di pertinenza di quest’ultimo che, pur tentando una manovra di emergenza per evitare l’urto, veniva colpito frontalmente dalla parte anteriore sinistra dell’autoveicolo”.

Quanto meno la consolazione che il loro caro non ha avuto colpa alcuna, se non quella di essersi trovato al posto sbagliato al momento sbagliato, per i familiari della vittima i quali, attraverso Studio3A, sono già stati risarciti in modo congruo per la terribile perdita subita dalla compagnia di assicurazione della vettura, ma che ora si aspettano una risposta anche dalla giustizia penale. E al riguardo, i congiunti del giovane tengono a ringraziare la magistratura per l’attenzione dedicata al caso di Riccardo, già questo per loro è un modo per onorare la sua memoria e il suo senso di responsabilità verso gli altri: Mian era particolarmente attivo sui social proprio per sensibilizzare gli automobilisti e tutti gli utenti della strada, motociclisti compresi, sul rispetto delle regole del codice, con particolare riferimento alla tutela della mobilità sulle due ruote.

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