Centrodestra, vertice a quattro per le Regionali: bocche serratissime. Battuta di Salvini: "Io candidato in Veneto"
Dopo il primo incontro tra gli alleati di mercoledì 16 luglio 2025, la questione è rinviata a lunedì. Meloni pronta a impuntarsi: "O troviamo un accordo, o decido io"

Mancano quattro mesi alle prossime elezioni regionali che vedranno anche il Veneto tra i protagonisti. Dopo che la questione sul terzo mandato è stata definitivamente risolta, la regione si prepara per il dopo Zaia, governatore leghista rimasto in carica dal 2010 a oggi.
Mentre nella coalizione di Centrosinistra i vari partiti sostengono la candidatura di Giovanni Manildo (ex sindaco di Treviso), nel Centrodestra la situazione sembra essere ancora in alto mare, soprattutto perché dal vertice a quattro di mercoledì 16 luglio 2025, al momento, non è uscito ancora un nome comune. Rispetto alle altre Regioni che andranno al voto, il nodo cruciale resta appunto quello del Veneto.
Centrodestra, vertice a quattro per le Regionali: bocche serratissime
La situazione tra i vari alleati resta ingarbugliata perché se da un lato la Lega intende restare "predominante" nella coalizione considerando la lunga esperienza di Governo portata avanti da Zaia, dall'altro Fratelli d'Italia punta sul fatto di essere uscito come primo partito nelle votazioni durante le ultime elezioni europee e quindi di aver "scalzato" il Carroccio nelle preferenze in Veneto. Forza Italia, infine, sembra essere intenzionata a non indietreggiare e caldeggia la candidatura di Flavio Tosi.
E proprio questa "querelle" interna avrebbe portato a un nulla di fatto nel primo vertice di mercoledì 16 luglio 2025 a Palazzo Chigi tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi (Noi Moderati). Mentre FI, come anticipato, punta su Tosi, tra le opzioni messe sul tavolo da Fratelli d'Italia ci potrebbero essere quelle dei senatori Raffaele Speranzon e Luca De Carlo.
La battuta di Salvini: "Mi candido io"
La Lega, invece, mandato giù il boccone per l'impossibilità di ricandidare Zaia, avrebbe in mente il nome di Alberto Stefani, proprio per dare continuità con il governatore uscente. Il Carroccio ritiene che in Veneto una lista a nome Zaia potrebbe avere un peso significativo, indicativamente “il 40-45%”. Anche a margine della presentazione delle medaglie olimpiche per i Giochi invernali Milano-Cortina 2026, Salvini ha manifestato le sue intenzioni prima di partecipare all'incontro con gli alleati:
"Io porto il buon governo della Lega in tanti territori. In Veneto ha 161 sindaci, più di mille amministratori locali, ha una tradizione di buon governo riconosciuta in Italia e in Europa. E quindi non imporrò niente a nessuno, però soprattutto in Veneto squadra che vince non si cambia".
All’uscita dal Question Time alla Camera dei Deputati, il Vicepremier ha però scherzato coi giornalisti:
"Nome per il Veneto? Mi candido io".
Ultimatum di Meloni?
Al termine del confronto, durato un'ora e mezza, da Salvini e Tajani sono arrivate dichiarazioni di un clima disteso, mentre nessun commento è giunto dalla Presidente del Consiglio:
"Il vertice è andato benissimo" ha dichiarato il segretario leghista.
"C'è sintonia tra di noi, andiamo avanti fino alla fine della legislatura - ha confermato il leader di Forza Italia -. Non si è parlato di regionali, abbiamo fatto il punto della situazione, è uno dei tanti incontri che abbiamo fatto per coordinare l'attività del governo".
Fatto sta che le discussioni sono state rimandate al prossimo lunedì, 21 luglio 2025. Staremo a vedere se dal secondo vertice gli alleati di Centrodestra usciranno con le idee più chiare. Al momento, secondo quanto riferito in ambienti parlamentari, pare che la Premier Meloni abbia fatto intuire le sue intenzioni: "O troviamo un accordo, o decido io".