Caporalato, minacce ed estorsioni: sfruttavano e intimidivano i lavoratori. Sgominato il sodalizio criminale
Sette persone sono indagate (anche a Venezia) per associazione per delinquere dedita allo sfruttamento di manodopera extracomunitaria in agricoltura, a estorsioni e all'impiego illecito di fitofarmaci non autorizzati nelle coltivazioni in serra.
Alle prime luci dell'alba di oggi, lunedì 19 aprile 2021, i Carabinieri del Nas di Latina, a conclusione di una complessa indagine denominata Job Tax - coordinata dal Procuratore aggiunto dottor Carlo Lasperanza insieme al sostituto procuratore dottor Claudio De Lazzaro della Procura della Repubblica di Latina - hanno dato esecuzione, nel territorio della provincia pontina e a Venezia, a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 7 persone indagate per associazione per delinquere dedita allo sfruttamento di manodopera extracomunitaria in agricoltura, a estorsioni e all'impiego illecito di fitofarmaci non autorizzati nelle coltivazioni in serra, scongiurando un grave pericolo per la salute pubblica derivante dall'uso sconsiderato di prodotti illeciti.
Caporalato, minacce ed estorsioni: sfruttavano e intimidivano i lavoratori. Sgominato il sodalizio criminale
I provvedimenti restrittivi, emessi dal Gip del Tribunale di Latina, sono stati eseguiti con il supporto di militari del Comando Carabinieri per la tutela della salute, dei Comandi provinciali di Latina e Venezia, del Nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Latina e con l'ausilio del Nucleo elicotteri Carabinieri di Pratica di Mare.
L'attività investigativa è scaturita a ottobre 2019 da attività informativa del predetto Nas, sviluppata nel contesto di servizi anti capolarato disposti dalla Divisione unità specializzate dell'Arma dei Carabinieri e originata da una denuncia sporta da un bracciante di origini bengalesi, il quale lamentava le condizioni di sfruttamento e le intimidazioni subite a opera di connazionali anch'essi dipendenti della medesima azienda agricola con sede a San Felice Circeo.
Le articolate investigazioni hanno consentito di individuare e disarticolare un sodalizio criminoso basato sul vincolo associativo di tipo famigliare nell'ambito di una azienda ortofrutticola operante nella coltivazione di ortaggi (estesa su 5 siti produttivi, da San Felice Circeo a Terracina a Sabaudia) destinati al mercato locale, nazionale ed estero.
Nel corso degli approfondimenti svolti mediante servizi di osservazione, pedinamenti, intercettazioni telefoniche ed escussione di persone informate sui fatti, gli investigatori del Nas hanno delineato i ruoli dei 7 indagati e il relativo disegno criminoso perseguito, basato sullo sfruttamento dello stato di necessità dei braccianti, servendosi di 2 caporali (di origine bengalese) per il reclutamento e la gestione della manodopera straniere (per lo più di provenienza bengalese, indiana, pakistana), procurandosi un ingiusto profitto mediante l'impiego dei dipendenti in violazione dei previsti contratti collettivi, con la corresponsione di salari non rispondenti al lavoro prestato, realizzando una correlata evasione di contributi obbligatori Inps (quantificata in 577mila e 504 euro nel periodo monitorato compreso tra marzo e novembre 2019).
I carabinieri del Nas di Latina sono così riusciti a interrompere le gravi condotte illecite poste in essere dall'organizzazione criminale che:
- assumeva e impiegava manodopera di cittadini stranieri, sottoponendoli a condizioni di sfruttamento, approfittando del loro stato di bisogno e di vulnerabilità.
- costringeva i dipendenti a sottoscrivere la ricevuta della busta paga con l'omessa contabilizzazione delle ore prestate, pena il mancato pagamento della retribuzione, remunerandoli sistematicamente con stipendi inferiori alle ore lavorate (o a cottimo) in violazione dei contratti collettivi del comparto.
- impiegava i lavoratori in costanza di violazioni della normativa in materia di sicurezza e igiene sui luoghi di lavoro, omettendo di fornire loro i previsti Dpi, l'abbigliamento e le scarpe idonee, costringendoli a operare in condizioni proibitive (per l'allagamento dei terreni a causa delle piogge).
- operava una forma di controllo sul risultato del lavoro, con minaccia di sanzioni corporali ed economiche, fino alla prospettazione del licenziamento in caso di fallimento dell'obiettivo di raccolta (secondo le proibitive esigenze aziendali).
- imponeva agli operai di avvalersi del servizio di trasporto gestito da uno dei caporali - previo compenso giornaliero di 6 euro cadauno - in condizioni degradanti (poiché costretti ad ammassarsi sul furgone in numero superiore ai posti omologati).
-perseguiva con l'ausilio di un "agronomo" (anch'egli tra i destinatari delle misure custodiali in carcere) una spregiudicata coltivazione di ortaggi - destinati al mercato locale, nazionale ed europeo - incentrata su metodi irregolari, ricorrendo all'uso continuo e massivo di fitofarmaci non autorizzati sulle culture in serra, impiegando in tali compiti lavoratori non formati, non abilitati e privi dei Dpi esponendoli anche a gravi situazioni di pericolo.
A riscontro dell'attività svolta, il nucleo antisofisticazioni pontino nel contesto di mirate perquisizioni effettuate a dicembre 2019 presso i 5 siti produttivi dell'azienda - su decreto dell'Autorità giudiziaria e con l'ausilio del personale dell'Ispettorato territoriale del lavoro e del Nucleo ispettorato del lavoro Carabinieri di Latina - oltre a identificare 157 lavoratori extracomunitari (dei quali un clandestino privo di permesso di soggiorno successivamente espulso dal territorio nazionale) rintracciava e sottoponeva a sequestro probatorio 244 litri di prodotti fitosanitari non autorizzati all'impiego in agricoltura, per un valore complessivo di circa 7mila euro.
Contestualmente si è proceduto, a carico degli indagati, all'esecuzione del relativo decreto - richiesto dalla Procura di Latina ed emesso dal Gip del Tribunale di Latina - di sequestro preventivo per via diretta o per equivalente della somma o di beni mobili e immobili fino al raggiungimento dell'importo pari a 557mila e 504 euro, quale profitto del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro riferito ai contributi non versati e alle ore di lavoro non retribuite per il periodo di riferimento marzo novembre 2019.