Il video dell'operazione

Bomba ad alto potenziale per sventrare una macelleria: tra i responsabili anche un simpatizzante della Mala del Brenta

L'ordigno usato nell'attentato era costituito da un tubo in plastica riempito di polvere esplosiva e da una miccia a lenta combustione...

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Ieri 21.03.2022 i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Padova e della Compagnia Carabinieri di Abano Terme, coadiuvati nella fase esecutiva da quelli di Venezia e Reggio Calabria, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 15.03.2022 dal GIP – dott.ssa Domenica Gambardella – a carico di tre soggetti ritenuti responsabili.

Bomba ad alto potenziale per sventrare una macelleria

Ecco, dunque, i nomi dei tre soggetti ritenuti responsabili dell'esplosione. Tra di loro, particolare non di poco conto, anche un soggetto vicino alla Mala del Brenta.

  • ALLIA Salvatore Maria, catanese 53enne, da anni trapiantato a Bagnoli di Sopra, imprenditore nel settore della sabbiatura e verniciatura di metalli, pregiudicato;
  • ZANELLATO Gianluca, 54enne di Correzzola, autotrasportatore;
  • ZUMBO Nicola Antonio, 53enne reggino, che per un periodo ha vissuto in Marcon, pregiudicato.

La misura cautelare personale scaturisce dalle indagini coordinate dal PM dott. Sergio Dini e condotte dagli operanti sull’attentato dinamitardo delle prime ore del 14.06.2021 in danno della macelleria “Parton” di Bagnoli di Sopra, che solo per l’ora dell’esplosione non feriva nessuno, ma danneggiava gravemente i serramenti e gli arredi dell’esercizio commerciale, nonché alcune finestre delle abitazioni adiacenti.

Le indagini sul grave fatto sono state svolte sia con metodi tradizionali che ricorrendo ad attività tecniche e hanno ricevuto un significativo impulso dalla impegnativa e certosina analisi di numerosi filmati delle telecamere di sorveglianza della zona. Dalle stesse sono emersi gravi indizi di responsabilità sull’attentato a carico degli indagati ALLIA e ZANELLATO, di cui il primo sarebbe stato il mandante per presunti motivi sentimentali e il secondo l’esecutore materiale, nonché la detenzione e il porto in luogo pubblico dell’ordigno artigianale utilizzato nell’attentato, costituito da un tubo in plastica riempito di polvere esplosiva e da una miccia a lenta combustione.

Le indagini

Dalla progressione investigativa sarebbe emersa la responsabilità dello ZANELLATO anche per un furto in abitazione, commesso in Correzzola tra l’11 e il 13.09.2021, nel corso del quale è stato asportato un fucile a pompa, una pistola semiautomatica e un revolver. Lo ZANELLATO avrebbe poi ceduto tali armi all’ALLIA e al calabrese ZUMBO, ai quali è stata ascritta la ricettazione delle stesse e la loro detenzione e porto illegale, in concorso con il medesimo ZANELLATO.

Il 31.12.2021 il fucile a pompa e il revolver rubati al legittimo detentore, assieme a una pistola semiautomatica, diversa da quella oggetto del furto, una pistola mitragliatrice e una granata a mano del “Patto di Varsavia”, contenente esplosivo plastico ad alto potenziale, entrambe armi da guerra, oltre a numeroso munizionamento, sono stati rinvenuti in una pertinenza dell’abitazione di Anguillara Veneta di MASIERO Galliano e della figlia Manuela, arrestati in flagranza e tuttora detenuti, per cui all’ALLIA è stata ascritta la responsabilità delle detenzione e del porto illegale anche di queste armi, in concorso con i due MASIERO.

Altresì, è emerso che l’8.10.2021 l’ALLIA avrebbe minacciato di morte alcuni suoi dipendenti dell’opificio di Bagnoli di Sopra, accusati di furti di cavi di rame dalla sua ditta, esplodendo anche alcuni colpi di arma da fuoco e colpendone uno in faccia e alla nuca con il calcio della pistola.

Vicini alla Mala del Brenta

Inoltre, nel corso delle indagini è emerso che gli indagati avrebbero intrattenuto rapporti di natura illecita con un ex esponente della cd. “mala del Brenta”, progettato di realizzare una rapina al dipendente di un’agenzia di vigilanza privata, incaricato del ritiro degli incassi presso un esercizio commerciale di Mestre, e di gestire un traffico di stupefacenti.

Oltre alle perquisizioni dei domicili degli arrestati, in questa provincia e in quella di Venezia sono state eseguite altre 2 perquisizioni a carico di altrettanti indagati in stato di libertà, che a loro volta si sarebbero resi responsabili di ricettazione di armi e di detenzione e porto illegale delle stesse. Tali ulteriori attività istruttorie hanno consentito di rinvenire e sequestrare due 2 pistole e un revolver scacciacani, una targa posteriore oggetto di denuncia di smarrimento, gr. 45 circa di hashish e altro materiale ritenuto utile allo sviluppo delle indagini, che continuano per risalire alla provenienza delle armi sequestrate, al loro eventuale utilizzo e responsabilità degli indagati e/o di terzi allo stato non identificati in altri fatti delittuosi.

L’ALLIA e lo ZANELLATO sono stati rispettivamente associati alla case circondariali di Verona e Venezia, mentre lo ZUMBO, raggiunto presso il suo domicilio di Reggio Calabria, dove si trovava agli arresti domiciliari perché il 04.02.2022 era stato arrestato dai Carabinieri del posto per detenzione e porto illegale di una pistola con matricola abrasa, è stato ristretto presso il carcere di Locri (RC).

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