La richiesta dei famigliari

Autorizzata l'autopsia sulla salma dell'imprenditore Renato Blasigh

Membro del direttivo Ascom Bibione San Michele, Blasigh era un imprenditore nel mondo della nautica stagionale estiva veneta.

Autorizzata l'autopsia sulla salma dell'imprenditore Renato Blasigh
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La Procura della Repubblica di Pordenone ha autorizzato l'autopsia per accertare le cause della morte, avvenuta il 13 aprile scorso, dell'imprenditore 57enne di Bibione, Renato Blasigh, su richiesta di Target Risarcimenti, agenzia incaricata dalla moglie Paola, dai figli, Aurora e Massimo, e dal fratello Roberto, di fare luce sulla sua scomparsa.

Autorizzata l'autopsia sulla salma dell'imprenditore Renato Blasigh

Un lutto che aveva colpito la comunità di Bibione dove era molto conosciuto. I funerali si erano svolti pochi giorni dopo il decesso, il 17 aprile, e la salma da allora, su richiesta dei famigliari, è stata conservata nella cella frigorifera del cimitero di Bibione, in attesa dell'autopsia che ora verrà eseguita dai consulenti tecnici nominati dal Tribunale di Pordenone, dottori Paolo Ius e Alberto Furlanetto, alle ore 14 di venerdì 14 maggio alla sala anatomica dell'ospedale civile di Treviso.

Membro del direttivo Ascom Bibione San Michele, Blasigh era un imprenditore nel mondo della nautica stagionale estiva. Aveva accusato dolori al torace nei giorni precedenti all'infarto fatale che lo ha colpito mentre si trovava ricoverato all'ospedale di Pordenone "Santa Maria degli Angeli".

“Il 12 aprile si era recato al pronto soccorso di Latisana perché lamentava dei dolori al petto già da qualche giorno” hanno ricostruito nell'esposto i famigliari “a seguito delle analisi i sanitari avevano deciso di trasferirlo all'ospedale di Pordenone. Il trasferimento è avvenuto alle 17 circa in ambulanza ed è stato ricoverato presso il reparto di cardiologia con l'intento, visto il sospetto di cardiopatia coronarica, di essere sottoposto il giorno dopo all'intervento di coronarografia e angioplastica coronarica”.

“Il mattino seguente, 13 aprile, alle 8 circa” continua la ricostruzione “la moglie Paola Zamburlini è stata contattata dal personale sanitario che la informava che suo marito aveva avuto uno shock cardiogeno e le hanno chiesto di recarsi immediatamente all'ospedale di Pordenone. Arrivata ha trovato il marito intubato e sedato e alle 11:10 è stato constatato il decesso”.

Solo un'autopsia giudiziaria” invocano i parenti rivolgendosi al pubblico ministero Andrea Del Missier che ha poi autorizzato l'esame autoptico “potrà chiarire definitivamente se vi è stata da parte dei sanitari grave negligenza, imprudenza ed imperizia in particolar modo se sia stata prestata l'assistenza necessaria per intervenire prontamente se il suo stato di salute si fosse improvvisamente aggravato come di fatto è successo”.

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