Le indagini

Aggressioni e simboli nazifascisti, minorenni indagati anche a Venezia

L'inchiesta, condotta dalla Digos e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, ha coinvolto diverse città italiane, tra cui Firenze, Torino, Roma, Novara, Ravenna e Biella

Aggressioni e simboli nazifascisti, minorenni indagati anche a Venezia
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Le indagini su episodi di discriminazione e violenza, alimentati da ideologie razziste e nazifasciste, hanno portato alla scoperta di una rete di giovani coinvolti in atti di propaganda e incitamento all'odio. L'inchiesta, condotta dalla Digos e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, ha visto il coinvolgimento di dieci minorenni e due maggiorenni, residenti in diverse città italiane, tra cui Firenze, Venezia, Torino, Roma, Novara, Ravenna e Biella.

Le indagini

Tutto è iniziato con l'arresto di un minorenne di origini ucraine, il 19 marzo 2024 a Milano. Il giovane, noto per le sue simpatie nazifasciste, era stato responsabile di numerose aggressioni sulla linea M2 della metropolitana milanese, principalmente ai danni di cittadini extracomunitari. Prima di compiere tali atti, il ragazzo mostrava una svastica tatuata sul petto, urlando: "I fascisti sono tornati". Oltre alle aggressioni, si era reso protagonista di tentativi di furto su auto parcheggiate.

Aggressioni e simboli nazifascisti

A seguito dell’arresto del giovane, le forze dell’ordine hanno avviato un’indagine più ampia a livello nazionale, scoprendo una rete di messaggistica online utilizzata per diffondere quotidianamente incitamenti alla discriminazione e alla violenza su basi razziali, etniche, nazionali e religiose. Attraverso queste chat, i partecipanti alimentavano un clima di odio e intolleranza, propagandando idee estremiste.

Aggressioni e simboli nazifascisti

Perquisizioni e sequestri anche a Venezia

Nel contesto dell'inchiesta, la Polizia di Milano ha eseguito diverse perquisizioni, portando al sequestro di armi improprie, come mazze, manganelli telescopici, tirapugni, coltelli e un machete. Sono state inoltre trovate repliche di armi da fuoco, prive di tappo rosso, bandiere e simboli riconducibili al nazifascismo e al suprematismo bianco, oltre a materiale cartaceo, cellulari e computer utilizzati per la propaganda.

Aggressioni e simboli nazifascisti

L’indagine ha messo in luce la pericolosità di queste reti giovanili, evidenziando come l’odio e la violenza siano alimentati da ideologie estremiste, spesso diffusi attraverso le moderne tecnologie di comunicazione.

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