Venezia trascinata in Tribunale da una banca inglese: la battaglia legale termina con una sentenza storica
Tutto è iniziato il 19 luglio 2007...
Con la sentenza pubblicata il 14 ottobre 2022, l'Alta Corte di Giustizia di Londra ha dichiarato che i contratti derivati sottoscritti nel 2007 fra il Comune di Venezia e le banche sono nulli e inapplicabili ai sensi della legge inglese per violazione dell'articolo 119 comma 6 della Costituzione italiana, in quanto i contratti hanno natura speculativa e costituiscono una forma di indebitamento dell'ente.
Venezia trascinata in Tribunale da una banca inglese
La conseguenza della dichiarazione di nullità dei contratti derivati comporta che il Comune di Venezia è legittimato a sospendere i pagamenti a favore delle banche dei differenziali futuri (la scadenza dei contratti derivati era stabilita al 2037). Questo comporterà, visti gli attuali tassi di interesse, che il Comune di Venezia non dovrà versare i pagamenti futuri per un ammontare di circa 30 milioni di euro.
La sentenza, inoltre, stabilisce il diritto del Comune ad ottenere la restituzione delle somme versate alle banche dalla data di sottoscrizione dei contratti, affermando al contempo che le banche, in linea di principio, hanno il diritto di detrarre da tale importo i costi sostenuti per coprire il rischio derivante dalle operazioni.
La battaglia legale termina con una sentenza storica
La quantificazione di questi costi, e quindi l'importo effettivamente dovuto dalle banche al Comune a titolo di restituzione di quanto pagato, verrà stabilita in una successiva udienza davanti al medesimo giudice. Quanto alle spese legali, le stesse saranno addebitate in tutto o in parte alle banche, con una quantificazione che sarà anch'essa definita dall'Alta Corte di Giustizia in una prossima udienza. Ovviamente sia le banche che il Comune potranno valutare la proposizione dell'appello per le parti della sentenza che le vedono soccombenti, nonché la ricerca di soluzioni transattive.
Storica sentenza a Londra che dà ragione al Comune di Venezia
"Si tratta di una prima sentenza storica - commenta il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro - che farà necessariamente giurisprudenza nel definire i rapporti tra Amministrazioni pubbliche e banche in merito ai derivati. Grazie all'impegno del direttore generale Morris Ceron, dell’assessore al Bilancio, dell'avvocatura civica, dell’area finanza del Comune e di un gruppo di avvocati siamo riusciti a dimostrare ciò che abbiamo sempre sostenuto.
Ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo lavorato con lo spirito del buon padre di famiglia, abbiamo tenuto un basso profilo durante tutto l'iter istruttorio e, alla fine, l'impegno profuso è stato, almeno per ora, riconosciuto. Ora andremo avanti con la stessa determinazione per tutelare non solamente l'onorabilità dell'ente, ma per il rispetto che dobbiamo nei confronti dei nostri concittadini e delle risorse economiche che, se non fossimo intervenuti, rischiavamo di dover pagare in modo indebito.
È proprio questa la differenza di approccio con le Amministrazioni precedenti: puntare a ridurre il debito per non lasciarlo da pagare alla future generazioni. Anche questa è sostenibilità. Con l'impegno di tutti abbiamo dimostrato, davanti ad una sfida apparentemente impossibile, frutto di scelte superficiali fatte 15 anni fa, che ce la si può fare. Ringrazio anche i consiglieri comunali di maggioranza che hanno sempre, con coraggio, sostenuto le variazioni di bilancio con le quali abbiamo affrontato le spese legali. Con questo risultato, i nostri figli e i nostri nipoti hanno 30 milioni di euro in meno di debiti da restituire".
"I contratti sono nulli, l'ente pubblico va risarcito"
"La sentenza emessa dal giudice Foxton della High Court of Justice of England and Wales costituisce un’importante novità nel panorama del contenzioso che oppone gli enti locali alle banche in materia di contratti derivati" precisa l’avvocato Isnardi dello studio legale associato Loiaconi che ha seguito la causa, fungendo da raccordo con i legali inglesi incaricati, dello studio Osborne & Clarke.
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con la nota sentenza resa nel giudizio tra Comune di Cattolica e Banca Nazionale del Lavoro, avevano chiarito molti aspetti riguardanti i limiti all’autonomia finanziaria degli enti locali, ma i giudici inglesi avevano limitato la portata della sentenza, interpretandola in modo da svuotarla sostanzialmente di tutti i suoi contenuti innovativi, stando però attenti a non porsi in aperto contrasto con quanto affermato dall’organo posto al vertice del sistema giudiziario italiano.
Il giudice Foxton, pur consapevole della difficoltà del compito assegnatogli, si è posto di fronte alle questioni affrontate senza pregiudizi, cercando di comprendere a fondo il diritto italiano e di considerare i fatti all’interno del contesto giuridico originario. Questa sentenza potrebbe costituire un punto di svolta nell’approccio dei giudici inglesi al contenzioso tra banche ed enti locali italiani riguardante i contratti derivati, per l’importanza attribuita ai vincoli imposti dallo Stato in materia di autonomia finanziaria degli enti locali.
"Abbiamo fatto un capolavoro di squadra" aggiunge l'assessore al Bilancio Michele Zuin. "Tutti ci dicevano che era un’impresa impossibile vincere a Londra ma ce l’abbiamo fatta. I derivati sono stati un grosso problema per gli enti locali che hanno provocato un sacco di danni ai bilanci, affermare le nostre ragioni è stato fondamentale. Ora aspettiamo di vedere consolidate le partite finanziarie e l’evolversi dei ricorsi ma sicuramente ci sarà un effetto positivo per il bilancio e questo è veramente importante in un momento così difficile".
Facciamo un passo indietro...
Per quanto riguarda l'intera vicenda che ha portato alla sentenza dell'Alta Corte di Giustizia di Londra, tutto ebbe inizio il 19 luglio 2007 (giunta di centrosinistra) quando il Comune sottoscrisse con alcune banche un contratto di mandato per la ristrutturazione del proprio debito, consistente nella rinegoziazione dei termini e delle condizioni finanziarie del prestito obbligazionario “Rialto” e per la eventuale rimodulazione dell’operazione in derivati sottostante.
Nel dicembre dello stesso anno il Comune estese la durata del prestito obbligazionario dal 2022 al 2037 ed in data 21 dicembre 2007 sottoscrisse con le banche due nuovi contratti derivati con nozionale pari ad euro 85.154.842,96 e 40.072.867,28 nonché due ISDA master agreement che prevedevano una clausola di giurisdizione e favore del giudice inglese e la scelta della legge inglese.
La svolta avviene nel 2019: con atto di citazione del 21 giugno il Comune ha convenuto le due banche davanti al Tribunale di Venezia chiedendo di accertare la responsabilità contrattuale per inadempimento degli obblighi di consulenza assunte ai sensi del mandato e, nel solo caso di una banca, del contratto di prestazione di servizi di investimento, per mancata informazione in ordine ad elementi essenziali dei contratti, oltre che la responsabilità extracontrattuale per violazione degli obblighi di diligenza e correttezza.
Attualmente, su questo aspetto, il giudizio è pendente. Dopo l’instaurazione del giudizio in Italia, in data 15 agosto 2019 le banche hanno notificato al Comune un atto di citazione dinanzi alla High Court of England and Wales, per fare accertare la validità dei contratti derivati e l’assenza di alcuna responsabilità delle stesse banche derivante dai, connessa con o relativa ai derivati.
Il Comune si è costituito in giudizio, difendendosi nel merito senza contestare la giurisdizione ed ha inoltre proposto una domanda riconvenzionale chiedendo di accertare, tra l'altro: a) che le operazioni sono invalide per mancanza di capacità; b) che le banche hanno violato la legge italiana nel presentare le operazioni a Venezia e sono pertanto responsabili per inadempimento contrattuale e/o extracontrattuale) che le operazioni sono nulle ai sensi delle leggi italiane inderogabili. L'udienza che ha portato alla sentenza dello scorso 14 ottobre era iniziata il 23 giugno 2022.