Assemblea Unesco

Venezia evita la lista nera dell’Unesco, ma l’overtourism resta un problema

Nonostante le pressioni ambientali e i flussi turistici eccessivi, la città lagunare resta nel Patrimonio Mondiale

Venezia evita la lista nera dell’Unesco, ma l’overtourism resta un problema

Venezia riesce per l’ennesima volta ad evitare l’iscrizione nella lista nera dei siti Patrimonio dell’Umanità a rischio, ma l’allarme per la gestione del turismo di massa rimane alto. La lista nera dei siti Patrimonio dell’Umanità a rischio raccoglie quei luoghi già riconosciuti dall’UNESCO ma che affrontano minacce serie e concrete, come guerra, disastri naturali, inquinamento, turismo incontrollato, degrado urbano o abbandono.

Lo ha deciso l’assemblea del Comitato per il Patrimonio Mondiale dell’Unesco, riunitasi oggi a Parigi per valutare lo stato di conservazione dei siti più delicati al mondo.

Un riconoscimento importante, ma la città è ancora sotto osservazione

La città lagunare era finita sotto la lente di ingrandimento dell’Unesco già da anni, a causa delle crescenti pressioni ambientali, dei flussi turistici incontrollati e della crisi abitativa che svuota il centro storico. Nel 2023 si era paventata seriamente l’iscrizione tra i siti in pericolo, ma anche stavolta Venezia ha evitato il provvedimento, probabilmente grazie agli ultimi sforzi messi in campo dall’amministrazione per gestire il fenomeno del turismo mordi e fuggi, come il ticket d’ingresso sperimentale attivato in primavera.

La decisione dell’assemblea parigina, tuttavia, non è un via libera incondizionato. L’Unesco ha riconosciuto i passi avanti e l’impegno per la salvaguardia della laguna, ma ha chiesto ulteriori misure concrete per contenere l’overtourism, tutelare il tessuto sociale cittadino e preservare il delicato equilibrio ambientale della laguna. Anche quest’anno, continuano le misure adottate per ridurre l’overtourism, a partire dal ticket d’ingresso.

Il dossier su Venezia resta dunque aperto, e il comitato ha confermato che continuerà a monitorare con attenzione gli sviluppi nei prossimi mesi. La speranza è che la città possa diventare un modello di equilibrio tra conservazione, qualità della vita e accoglienza sostenibile.