Sampei robotico

Un robot pescatore pulisce i fondali della Laguna di Venezia

Si tratta di un sistema altamente sofisticato...

Un robot pescatore pulisce i fondali della Laguna di Venezia
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Ricordate il vecchio cartone animato, "Sampei"? Ecco, diciamo che non siamo proprio a questi livelli, cioè non c'è un vero e proprio robot pescatore che sta pulendo i fondali della Laguna veneziana. Ma poco ci manca... Facciamo un passo indietro: vi raccontiamo cosa sta succedendo sui fondali della Serenissima.

Un robot pescatore pulisce i fondali della Laguna di Venezia

Partiamo da un punto fermo, scientifico, inconfutabile: per la dottoressa Fantina Matricardo del Cnr-Ismar di Venezia e coordinatrice del progetto Maelstrom, circa l'80 per cento dei rifiuti marini è fatto da oggetti in plastica. E ogni anno una quantità oscilla tra le 4 e le 12 milioni di tonnellate arrivano negli oceani.

Di queste solo l'uno per cento resta a galla. Il resto finisce la sua corsa sulle coste, si frammenta e viene ingerito dagli abitanti dell'habitat oppure si posa sul fondo del mare. Quindi occorre una soluzione immediata. Una soluzione che però non potrà essere semplice. Proprio per questo nasce il progetto Maelstrom, acronimo di smart tecnology for Marine litter sustainable removal and management, iniziativa internazionale finanziata dal programma Horizon 2020 dell'Unione europea, guidata dall'istituto di Scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche, e che coinvolge ben 14 partner.

L'obiettivo? Ambizioso: progettare e sperimentare tecnologie innovative per identificare e rimuovere i rifiuti marini. In questo momento, e questa è un po' la novità, il progetto è in fase di test proprio a Venezia oltre che all'estuario del Duoro a Porto.

Come funziona il robot pescatore

Si tratta, in poche parole, di un robot pescatore. Come detto. Ma come funziona? La prima fase prevede di trovare i rifiuti sul fondo. Per fare questo il Cnr ha effettuato una vera e propria mappatura dei rifiuti in plastica nella Laguna di Venezia usando un sonar in grado di individuare gli eventuali ostacoli.

Poi, seconda fase, c'è il recupero dei rifiuti usando una piattaforma galleggiante capace di recuperare oggetti fino a 20 metri di profondità. Il braccio robotico viene guidato da telecamere intelligenti e sensori. Si avvale di aspiratori, pinze, ganci. Insomma niente, nemmeno i pezzi più piccoli sfuggono alla presa. Una volta raccolta, la plastica, verrà smistata. E questo grazie all'intelligenza artificiale. Perché il sistema è stato creato per contribuire al circolo virtuoso dell'economia circolare.

Quindi in sostanza la plastica utile verrà riciclata. Il resto verrà usata per sintetizzare un carburante non inquinante da usare per i motori della piattaforma galleggiante. Insomma, una vera e propria svolta. I primi test a Venezia sono stati effettuati nel mese di luglio. Dall'11 settembre per tre settimane sono proseguiti e poi in futuro, nei prossimi due anni, ce ne saranno altri.

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