Venezia

Tutti in barca per protestare contro... le onde

La manifestazione si svolgerà domani, sabato 20 novembre 2021

Tutti in barca per protestare contro... le onde
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Sabato i veneziani protesteranno. Ma non contro i temi che ormai sono all'ordine del giorno, come il vaccino anti Covid o il vituperato Green pass. No, i partecipanti all'iniziativa in scena il 20 novembre 2021, manifesteranno contro le onde.

Tutti in barca per protestare contro... le onde

Sì, proprio così. Le onde, infatti, rappresentano un problema significativo per gli edifici e anche per la navigazione, in una città come Venezia che, come è noto, è stata costruita all'interno della Laguna. L'appuntamento promosso dal gruppo "Insieme", che riunisce una trentina di sodalizi e società sportive di vela e voga, avrà come obiettivo quello di sensibilizzare sul tema del moto ondoso, provocato dalle barche a motore.

In mezzo secolo da 12mila barche a 100mila

Si stima che mezzo secolo fa fossero poco più di 12mila i natanti motorizzati mentre ora, invece, si fa pure fatica a tenere il conto, con stime che passano tra le 80 e le 100 mila al giorno. Secondo una ricostruzione storica delle proteste contro il moto ondoso, addirittura, si può risalire alla fine del 1800 per incontrare le prime manifestazioni di dissenso. Ma negli anni, evidentemente, non sono stati presi accorgimenti validi per impedire i danni di tale fenomeno.

Dopo due secoli si protesta ancora

Tanto che, quasi due secoli dopo, si torna a protestare. Il motivo? Beh, è presto detto. Secondo i promotori, le onde create dalle barche a motore renderebbero molto complessa la navigazione dei natanti più piccoli, con il rischio per questi ultimi, di rovesciarsi. E poi ci sono i danni edilizi: le onde, infatti, rovinerebbero le fondamenta della città. Un'onda singola, in realtà, non è un grande problema. Ma una dopo l'altra, invece, contribuiscono a peggiorare una situazione già di per sé delicata. Un granello di malta, prima, un altro dopo... e alla fine sono i mattoni a staccarsi, magari a distanza di anni.

I manifestanti lamentano scarsi controlli

E per rimediare servono imponenti interventi di consolidamento. Problemi di sicurezza, dunque, da un lato, segnalazioni di "mancanza di controlli" da parte delle Forze dell'ordine, dall'altra. Sì, perché ci sarebbe, sempre secondo i promotori, anche questo tema. E la richiesta andrebbe proprio in questa direzione, di chiedere, in sostanza, più interventi per far rispettare limiti di velocità, per esempio. E il discorso vale pure per i vaporetti... In poche parole, la protesta di sabato servirà a chiedere al Governo delle norme specifiche nelle modifiche alla proposta di legge per la salvaguardia di Venezia.

Ecco cosa chiedono i promotori della manifestazione

Prima di tutto si proporrà l'istituzione di un limite preciso per l'altezza delle onde. Poi la creazione di un pubblico registro natanti, come quello che esiste per le auto, e controlli Gps sulle imbarcazioni a motore. E infine c'è la richiesta di una No wake zone, dove le barche non potranno creare onde. Ma i manifestanti, sfruttando i riflettori della protesta, chiederanno anche di tenere d'occhio il tema dell'inquinamento. Per le imbarcazioni, infatti, diversamente dalle auto, non ci sono vincoli legati alle categorie inquinanti dei motori utilizzati. Non ci sono barche Euro 0, Euro 1, Euro 2. Lo stop dei veicoli inquinanti, infatti, a Venezia, non vale per i natanti.

La prima legge speciale del 1973

Nel 1973 Venezia approvò la prima legge speciale per la salvaguardia di Venezia, imponendo di alimentare gli impianti termici e industriali solo con combustibili gassosi o tramite l'elettricità. Il tutto per proteggere i marmi degli edifici che, proprio a causa del particolato, si trasformano in gesso: Si tratta di un fenomeno chimico, perché il carbonato di calcio, sotto l'azione del particolato, si trasforma in solfato di calcio che è più solubile. E finisce per erodersi con la pioggia. La legge, inoltre, prevedeva che il Governo emanasse entro il 1975 alcune norme per limitare le emissioni inquinanti dei motori delle barche.

Il sistema (illegittimo) Argos

Ma da quegli anni, grandi passi in avanti non ce ne sono stati. E le associazioni, quindi, continuano a protestare. Nel 2007 fu installato il sistema Argos, una rete formata da telecamere e sensori per monitorare la velocità in tempo reale e sanzionare i "frettolosi". Ma questo apparato fu poi spento perché sembra che non rispettasse il regolamento comunale sulla videosorveglianza. E nel 2020 arrivò la batosta: la Cassazione lo definì illegittimo.

Di seguito il testo della mail inviata alla VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI) della Camera dei Deputati da parte delle Associazioni di voga e vela della Laguna di Venezia. La mail è stata inviata anche al Consiglio Comunale e Regionale chiedendo di sollecitare l’emanazione di una Legge speciale per la gestione del traffico acqueo nella laguna di Venezia.

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