Terminata la sperimentazione del ticket d'ingresso a Venezia, i Comitati chiedono un referendum abrogativo
Da oggi, lunedì 15 luglio 2024, le porte d’accesso della Città Antica hanno ripreso le sembianze originarie: varchi e cartelli rimossi fino a data da stabilirsi
La sperimentazione del biglietto di ingresso per la parte lagunare di Venezia è terminata la scorsa domenica, 14 luglio 2024: questo primo periodo di prova, iniziato il 25 aprile scorso, aveva l’obiettivo di testare la fattibilità dell’operazione e la solidità del sistema di gestione dei ticket e dei pagamenti. Adesso, fino alla fine del 2024, non sarà più dovuto alcun contributo di accesso per entrare in città.
Terminata la sperimentazione del ticket d'ingresso a Venezia
Era partito lo scorso 25 aprile 2024 il contributo di accesso a Venezia per i turisti giornalieri. Un provvedimento approvato dalla Giunta comunale il 12 settembre 2023, che aveva stabilito le linee guida per la creazione di un nuovo sistema di gestione del turismo, con regole generali, esclusioni, esenzioni, controlli e sanzioni.
Dopo 29 giornate, la sperimentazione è ufficialmente terminata ieri, domenica 14 luglio 2024. Un periodo certamente fruttuoso da una parte per la città lagunare, ma che ha scatenato non pochi momenti di tensione e proteste.
Già nei prossimi giorni Ca’ Farsetti comunicherà i dati complessivi, ma quelli già noti sono impressionanti: oltre 2 milioni di incassi a fronte di 700mila euro messi prudenzialmente a bilancio dal comune.
Circa 450mila paganti con un media di circa 15mila al giorno e il record in primavera: 23.600 il 26 aprile. Un milione gli esenti che si sono comunque registrati per ottenere il QR code.
I Comitati chiedono un referendum abrogativo
Il futuro del contributo d'accesso lo conosceremo soltanto nei prossimi mesi. Intanto, però, prosegue il "divario" tra il Comune, che vuole potenziare la misura e raddoppiare il costo del ticket almeno nei giorni di maggiore affluenza, e i vari comitati cittadini che hanno annunciato di voler seguire l’iter istituzionale per un referendum abrogativo.
Proprio la tecnosorveglianza è stata al centro delle ultime proteste dei "no ticket", residenti che si sentono umiliati ogni volta che devono registrare sulla piattaforma un ospite che accolgono nella propria casa e nella propria città. Il Comune precisa di non essersi arricchito, ma il bottino servirà per coprire tutte le spese.
"L’unico tesoretto – dice la giunta - sono i dati sugli afflussi che permetteranno di tarare il ticket nel 2025."