Speedline vuole delocalizzare, a rischio 600 posti di lavoro
E' stato il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro a lanciare l'allarme... fosse quello paventato dal primo cittadino, lo scenario, si aprirebbe la terza crisi industriale in Veneto
Un annuncio che ha spiazzato tutti, quello pronunciato dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, nell'aula magna di Ca' Foscari a Ca' Dolfin, nell'ambito della conferenza per discutere del futuro dell'Europa.
Speedline vuole delocalizzare, a rischio 600 posti di lavoro
Secondo il primo cittadini, infatti, Speedline, costola del colosso svizzero Ronal Group, vorrebbe chiudere per delocalizzare in Polonia. Stop alla produzione a Santa Maria di Sala, dunque, con 600 lavoratori a rischio. Se così fosse, se la notizia, quindi, fosse confermata, per il Veneto si tratterebbe della terza crisi industriale dopo le due nel Bellunese. Ma è ancora presto per conoscere ulteriori dettagli sul futuro di Speedline.
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Ci vorrà almeno una settimana per capire quali saranno le sorti dello stabilimento, ma soprattutto dei dipendenti. 600, per la precisione, solo quelli "interni". Numeri che però superano quota 700 se si prende in considerazione anche l'indotto. La paura, dunque, che il colosso lasci la Regione è assolutamente fondata. Così come, subito dopo l'annuncio di Brugnaro, si è iniziato un dialogo per definire strategie. Scenari, insomma, che possano evitare di perdere la presenza sul territorio di un'azienda così importante per il tessuto socio-economico, ma anche per definire una proiezione sui mercati post pandemia Covid.
Altro che "andrà tutto bene", dunque, anche in questo caso, un po' come anche in altre regioni italiane, la morsa della pandemia si fa sentire. Soprattutto nell'ambito lavorativo. Contrazione dei consumi, rincaro delle materie prime, diverso costo del lavoro nei Paesi europei: sono solo alcune delle tematiche che stanno spingendo le grandi aziende a lasciare lo Stivale per approdare da qualche altra parte. Ma la partita, promettono sindacati, enti e associazioni di categoria, non è ancora finita: c'è da sperare che tutti facciano squadra, fronte comune, per trovare una formula che renda la presenza sul territorio Veneto, per le ditte multinazionali, ancora strategica e vitale.
Cosa succede se una ditta vuole delocalizzare?
Sulla questione delle delocalizzazioni, tuttavia, il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero del Lavoro hanno raggiunto un accordo secondo cui, tutte le aziende che chiudono repentinamente "per ragioni non determinate da squilibrio patrimoniale o economico-finanziario" dovranno pagare tra i 20 e i 30mila euro a dipendente. Il testo della legge è ora sul tavolo del premier Draghi che dovrà decidere se dargli la forma di decreto o di emendamento ad altre norme.