Sovraffollamento, carenza di personale e aggressioni: difficile il lavoro del carceriere
Dopo venti anni di abbandono, poco ma qualcosa sta cambiando anche in fatto di organico

L'Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria continua la sua attività di ascolto e sostegno al personale in servizio, per migliorarne le condizioni di organico, intervenire perché le direzioni delle varie carceri del Veneto affrontino il problema del sovraffollamento e delle dotazioni organiche e di difesa personale.
In tutto ciò il Sindacato tende anche a segnalare fatti e criticità che capitano in servizio nello svolgimento di un mestiere che non è assolutamente tra i più facili da svolgere e dai cui operatori le Istituzioni idealmente si aspettano molto più di quanto il personale stesso non possa dare, in considerazione dell'impari confronto con persone alle quali, una volta recluse, anche il quotidiano aspro confronto con i Poliziotti sembra dare un senso alle condizioni nelle quali si sono consapevolmente costrette a causa del loro comportamento.
Ennesima aggressione in carcere
In questo senso, allora, anche questa settimana l'USPP del Triveneto, reduce dagli incontri fatti con il Sottosegretario Andrea Delmastro che ad inizio mese ha fatto visita alle case circondariali di Padova e Rovigo, rende nota l'ennesima aggressione patita da una Agente del carcere di Venezia.

Nei giorni scorsi, infatti, il Segretario Nazionale del Triveneto Leonardo Angiulli informava che il 14/05 u.s., nella Casa di Reclusione veneziana, si è registrata una aggressione ai danni del personale di Polizia Penitenziaria.
Una detenuta, nel corso di una discussione sorta con altra reclusa, la minacciava impugnando una forchetta tanto da indurre l'Agente di custodia ad intervenire per placare gli animi e ristabilire la quiete.
Per tutta risposta la Poliziotta veniva colpita alla schiena con uno sgabello di legno e doveva essere ricoverata all'Ospedale di Venezia con una prognosi di sette giorni, causa una contusione nella zona lombare ed un’escoriazione alla mano.

Sono situazioni, converrà il nostro lettore, nelle quali poco possiamo fare lui che legge, noi che riferiamo ed il Sindacato che ci scrive, ma è almeno un modo per esprimere solidarietà al personale della Polizia Penitenziaria che si fa carico per tutti noi di un servizio importante per la società.
Concluderebbe Leonardo Angiulli:
"Auguri di pronta guarigione alla collega che ha subito l’aggressione. Salviamo la polizia penitenziaria".
Anche questa occasione, però, a noi di Prima Venezia offre il destro per sentire il polso delle situazione proprio dallo stesso Angiulli il quale confida:
"Si il problema del carcere veneziano è cronico. Di fatto la carenza di organico è comune a tutta la regione. A Venezia, Santa Maria Maggiore ha una sofferenza di organico pari il 45 per cento, a breve sarà assegnato un vice comandante del ruolo commissario. Sui due carceri veneziani, nello specifico, i turni che dovrebbero essere di otto ore, talvolta arrivano anche alle dodici".
Altre criticità?
"Il sovraffollamento è una delle grandi criticità del Veneto: la nostra situazione di disagio è seconda solo alla Lombardia e questo provoca anche nei detenuti difficoltà di adattamento, problemi di patologie psichiatriche e sanitarie, tanto che abbiamo un gran numero di detenuti ricoverati in ospedale, la cui necessità di piantonamento riduce ulteriormente il personale disponibile".
Nessuna nota positiva?
"Beh, posso aggiungere che nei prossimi giorni in tutto il Triveneto saranno assegnati ben 51 nuovi ispettori della Polizia Penitenziaria che hanno giurato nei giorni scorsi; saranno assegnati inoltre anche i comandanti del ruolo commissario ed i vice mentre al nucleo cittadino di Venezia sarà aggiunto un funzionario. Dopo venti anni di abbandono, stiamo avendo le prime soddisfazioni da questo Governo".