Scuola, la campanella a settembre suonerà anche a Cavarzere, Mira e Portugruaro: salve le classi prime
Baldin (M5S): "Sono salve le prime classi in bilico per l'imminente anno scolastico, ma non è merito della Regione"
All’origine delle nuove problematiche della scuola ci sarebbe la legge di bilancio varata a fine 2022 che obbliga le Regioni a dimensionare la propria rete scolastica
Scuola, la campanella a settembre suonerà anche a Cavarzere, Mira e Portugruaro: salve le classi prime
In Italia non si fanno più figli e questo "inverno demografico" ha dimostrato di avere serie ripercussioni nell vita di tutti i giorni, non ultima quella legata alla formazone delle classi scolastiche: se mancano i bambini, molti dei plessi più piccoli sono a rischio chiusura.
Ma a poche settimane dal suono della campanella, la prima classe della scuola primaria di Boscochiaro, nel Comune di Cavarzere è salva. E con essa anche altri plessi ubicati in tutta l’area metropolitana, da Mira a Oriago, da Caorle a Portogruaro.
"Mi felicito con i comitati dei genitori -commenta Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale- la cui lotta di lunga durata ha evidentemente pagato. Ne guadagnano le frazioni e le periferie, che altrimenti avrebbero visto spopolati i rispettivi territori ormai sempre più privati dei servizi a causa di scelte politiche e conseguentemente legislative».
I problemi della scuola nascerebbero dalla legge di bilancio varata dal governo a fine 2022
La consigliera pentastellata poi critica duramente la giunta regionale vista la risposta all’interrogazione che aveva avanzato lo scorso 17 luglio nella quale aveva chiesto che la regione si esprimesse riguardo la possibilità che la prima classe non venisse istituita visto che c'erano solo 13 scolari iscritti.
"In sostanza l’ente se ne è lavato le mani -argomenta l’esponente del M5S- visto che la formazione delle classi compete in via esclusiva al dirigente scolastico di ogni istituto comprensivo, rispettando i parametri numerici previsti dal Decreto del Presidente della Repubblica numero 81 del 2009. Vale però sottolineare -conclude Erika Baldin- che all’origine di queste decisioni scellerate sta la legge di bilancio varata a fine 2022 dal governo Meloni, la quale obbliga le Regioni a dimensionare la propria rete scolastica in base a criteri che ne definiscono la dotazione e la distribuzione delle dirigenze.
Effetto collaterale è la chiusura di non pochi plessi, per via degli accorpamenti e della riduzione del numero delle classi. Il Veneto ha deciso di non impugnare la legge, a differenza di altre Regioni (pur amministrate dal centrodestra, come la Sardegna), nonostante essa provveda in via esclusiva attorno a un tema oggetto di legislazione concorrente. Confido negli esiti di queste impugnazioni".