Eraclea e Jesolo

Rave party all’oasi naturalistica “Laguna del Mort”, Polato: "Riaprire locali per fermare gli abusi"

Serve una data certa nella quale le discoteche potranno finalmente accogliere le persone, garantendo loro sicurezza e rispetto dei protocolli sanitari.

Rave party all’oasi naturalistica “Laguna del Mort”, Polato: "Riaprire locali per fermare gli abusi"
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Franco Polato, presidente Fipe-Silb Confcommercio punta l'attenzione su quanto accaduto nell’oasi naturalistica “Laguna del Mort”.

Rave party all’oasi naturalistica “Laguna del Mort”

Un gruppo di giovani ieri, lunedì 28 giugno 2021 si sarebbero ritrovati per un rave party all’oasi naturalistica “Laguna del Mort” (territorio compreso tra Eraclea e Jesolo). A renderlo noto è Franco Polato, presidente Fipe-Silb Confcommercio (la realtà che tutela gli imprenditori del “mondo della notte”) del territorio della Città Metropolitana di Venezia e componente del direttivo nazionale. Polato ha affermato:

“Quanto sarebbe accaduto alla Laguna del Mort dimostra ancora una volta e ancora di più che è necessario riaprire quanto prima i locali per fermare gli abusi. Ormai la gente balla dappertutto, tranne nei locali nati per ballare. Una ipocrisia bella e buona, alla quale il Governo ha il dovere di porre fine immediatamente. Abbiamo bisogno di una data certa nella quale le discoteche potranno finalmente accogliere le persone, garantendo loro sicurezza e rispetto dei protocolli sanitari. Tutto il resto, dalle piazze, alle spiagge, è abusivismo, senza regole nè controlli”.

Polato ha poi proseguito:

Non si capisce come il Governo possa tollerare questo stato di cose. Siamo fiduciosi della capacità di mediazione politica del presidente del Consiglio Draghi al quale rivolgiamo un appello accorato affinchè faccia riaprire da subito le nostre attività, perché non c’è veramente più tempo da perdere. Non si possono accettare rave e party sregolati – conclude Polato che sta portando avanti la battaglia assieme al consiglio nazionale – e continuare a bloccare le attività legali e sicure. È assurdo. Non vorremmo essere costretti, per tutelare le nostre imprese e garantire rispetto delle regole, a prendere delle iniziative legali per farci ascoltare”.

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