Il Sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, vuole incontrare i genitori dei quattordici ragazzi sanzionati per aver giocato a calcio al campo Pino Signoretto (in copertina: immagine generata dall’IA).
Quattordici ragazzi multati
I ragazzi si erano trovati per giocare a calcio al campo Signoretto, che però non è mai stato inserito nell’elenco dei luoghi autorizzati a ospitare chi vuole giocare.
Di fatto, il provvedimento è del 2019, mentre l’ex Conterie, complesso industriale al centro dell’isola, è stata riqualificata solo nel 2022, non venendo mai inserito in lista.
Per questo motivo, quando i 14 ragazzi sono andati a giocarci hanno violato le regole, venendo costretti così a pagare 50 euro di multa ciascuno. Probabilmente, qualche residente della zona si è lamentato e i Carabinieri sono stati costretti a intervenire.
Fortunatamente, Giancarlo Signoretto, artista vetraio di fama internazionale, si è offerto di pagare la multa di tutti.
l’incontro con i genitori
Il Sindaco ha già annunciato che vorrebbe incontrare i genitori dei ragazzi, che sono stati proprio loro a dover andare in caserma, per confrontarsi con i Carabinieri.
L’obiettivo è quello di valutare eventuali provvedimenti che possano permettere ai giovani di giocare serenamente. Di fatto, secondo Brugnaro, il colloquio potrebbe essere costruttivo e potrebbe trovare un equilibrio tra normative e le esigenze dei giovani.
L’episodio ha fatto nascere una polemica che sta coinvolgendo molti cittadini veneziani. Infatti, anche Alberto Toso Fei, scrittore, giornalista e saggista veneziano, ha voluto condividere il suo pensiero su Facebook scrivendo:
“La verità è che questo è uno dei tanti nervi scoperti della comunità veneziana attuale, e che quando vediamo giocare dei bambini per strada, a Venezia, dovremmo fermarci a dire loro grazie. A loro e ai genitori che li stanno facendo crescere in maniera sana, attraverso il gioco e la socializzazione, e nello stesso tempo gli insegnano silenziosamente a impadronirsi delle pietre della città, a farle proprie, a incarnarle così come abbiamo fatto noi in passato. Quello con le pietre di Venezia DEVE essere un rapporto carnale, perché solo così rimane vitale e non svuotato e ridotto a museo per il diletto di altri”.