La denuncia

Porto Marghera, il futuro incerto della chimica e le promesse mancate di Eni: sindacati in allarme

I sindacati non chiedono soltanto il rispetto degli impegni presi, ma un cambio di rotta che metta al centro l’industria chimica, il lavoro e il rilancio del territorio

Porto Marghera, il futuro incerto della chimica e le promesse mancate di Eni: sindacati in allarme
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Sono passati tre anni dalla chiusura dell'impianto di cracking a Porto Marghera, ma gli investimenti promessi per rilanciare la chimica di base non si sono mai concretizzati. I sindacati denunciano l’assenza di un vero progetto industriale e lanciano l’allarme: circa cento lavoratori, oltre all’indotto, rischiano il posto.

Porto Marghera, il futuro incerto della chimica e le promesse mancate di Eni

La vertenza è unitaria e vede tutte le sigle sindacali impegnate contro il disimpegno di Eni, che ha chiuso definitivamente non solo a Porto Marghera, ma anche negli impianti di Priolo, Ragusa e Brindisi, interrompendo la produzione di etilene e propilene.

Le materie prime per produrre plastica, oggi, arrivano dall’estero persino nei siti di Ferrara, Mantova e Ravenna, segno di un progressivo abbandono del comparto chimico nazionale.

Zanocco (Cisl): "Serve un piano industriale con Governo e istituzioni locali"

Durante una conferenza stampa al Petrolchimico, Michele Zanocco, segretario generale della Cisl Venezia, ha espresso forte preoccupazione per il futuro di Eni Versalis a Porto Marghera:

Michele Zanocco e Giuseppe Callegaro

"Nel 2023 era stato annunciato un piano di sviluppo e investimenti, ma è rimasto sulla carta. Non possiamo accettare la graduale dismissione dell’area e il disimpegno di un gruppo a partecipazione statale che per decenni ha operato in questo territorio. È inaccettabile perdere attività produttive fondamentali per il Paese.

Ci sono tutte le condizioni per uno sviluppo industriale sostenibile. Il rilancio dei 2.000 ettari di Porto Marghera deve partire da un vero piano industriale, con il coinvolgimento del Governo, della Regione e delle istituzioni locali. Non possiamo ridurre tutto a fotovoltaico e logistica".

Francesco Coco, segretario generale della Femca Cisl Venezia, ha ribadito la necessità di riavviare il confronto con Eni:

"Le tre sigle sindacali chiedono con forza che si riapra il dialogo. La chimica non può sparire da questo territorio, dove per anni ha generato valore e occupazione. Credere nel rilancio del settore significa dare un futuro industriale all’Italia. Chiediamo progetti concreti, in grado di creare posti di lavoro e sviluppo sostenibile".

In sintesi, i sindacati non chiedono soltanto il rispetto degli impegni presi, ma un cambio di rotta che metta al centro l’industria chimica, il lavoro e il rilancio del territorio.

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