Perché riaprire Tribunali chiusi potrebbe rallentare (invece che velocizzare) il lavoro dei magistrati
E' la tesi sostenuta, o quanto meno, ipotizzata dall'Unione delle Camere Penali del Veneto.
Il tema è di stretta attualità. Si parla, infatti, da tempo di riaprire vecchie sedi di Tribunali in Veneto, in particolare nel Vicentino e nel Veneziano, "sulla carta" per velocizzare i processi legati alla Giustizia. Ma non è tutto oro quello che luccica, giusto?
Questo è quanto ipotizza, nello specifico, l'Unione delle Camere Penali della regione, ponendo sotto la lente alcuni aspetti che potrebbero non apparire evidenti ai non addetti ai lavori. Andiamo a vedere quali sono questi elementi. Riportiamo la missiva e le parole del presidente dell'Unione restando comunque a disposizione per eventuali chiarimenti o aggiunte.
Perché riaprire Tribunali chiusi potrebbe rallentare (invece che velocizzare) il lavoro dei magistrati
"Da mesi oramai si sta facendo strada un dibattito sulla possibile riapertura di alcune sedi di Tribunale soppresse a seguito della riforma della geografia giudiziaria del 2012, entrata in vigore a seftembre 2013: si parla, ad esempio, del Tribunale della Pedemontana (che rinascerebbe dalle ceneri di Bassano del Grappa), di Adria, di Chioggia.
La ventilata riapertura va adeguatamente esaminata e ponderata.
L’obiettivo di rendere agevole l'accesso al sistema Giusfizia da parte dei ciftadini è certamente meritevole e va perseguito. D'altra parte, autorevoli esponenti della Magistratura e dell'Avvocatura si sono già espressi contro la (ri)apertura del Tribunale della Pedemontana. Altrettanto autorevoli esponenti politici sono, invece, sostenitori di un aumento delle sedi.
Le Camere Penali del Veneto seguono con attenzione l'evoluzione del dibattito, ma, da “utenti” giornalieri dei servizi ad oggi offerfi dal “sistema”, esprimono la preoccupazione che l'ipotesi di riapertura di sedi soppresse assuma più la veste di manifesto elettorale, piuttosto che un obiettivo di aumento dell'efficienza nella gestione.
Un Tribunale ed una Procura della Repubblica non sono solo Magistrati che celebrano processi e svolgono indagini. La celebrazione dei processi e lo svolgimento delle indagini richiedono anche personale di cancelleria e segreteria di supporto ai Magistrati e strumenti moderni ed efficienti per realizzare e rendere efficace la digitalizzazione del processo, che, per quanto attiene al processo penale appare ancora molto lontana.
I dati statistici riferiscono che l'efficienza dei Tribunali è legata anche alla dimensione del bacino di utenza.
Gli Uffici Giudiziari di piccole dimensioni possono manifestare crificità, quali la difficoltà ad acquisire specializzazione da parte dei Magistrati (sia giudicanti che inquirenti). Non sono chiare, allo stato, le dotazioni di organico: un numero ridofto di Magistrati potrebbe costringere i giudicanti a trattare sia cause civili che processi penali.
Senza contare il rischio di impossibilità nella composizione dei Collegi (si pensi, ad esempio, alla collegialità del Giudice delle misure cautelari prevista dalla riforma all’esame del Parlamento, e che già comporterà la necessità di ampliamento degli organici esistenti).
L’aumento delle sedi deve essere supportato da adeguate risorse, sia umane che strumentali (pensiamo solo alla vetustà dei computer, da cui dipende la velocità nell’esecuzione delle copie dei supporti informafici che contengono gli atti processuali).
Le cronache della scorsa estate riportavano di Uffici Giudiziari al collasso per insufficienza di personale (eclatanti i casi di Imperia e Piacenza, che hanno dovuto limitare gli orari di apertura al pubblico). Anche gli uffici giudiziari del Veneto soffrono di carenze di organico e di attrezzature che rendono difficoltoso il lavoro del personale e dell’utenza, Avvocati e non. E non sarebbe certo una soluzione - anzi, tutt’altro - sottrarre risorse ai Tribunali esistenti per destinarle alla future sedi".