Scontro aperto

Medici di base contro Regione Veneto: "Proposte indecenti", proclamato lo stato di agitazione

Fimmg ha abbandonato il tavolo per il rinnovo dell’Accordo Integrativo Regionale: "Una proposta carente, fuori dal tempo e lontana dai problemi quotidiani dei cittadini e dei loro medici"

Medici di base contro Regione Veneto: "Proposte indecenti", proclamato lo stato di agitazione
Pubblicato:
Aggiornato:

La sezione di Venezia della FIMMG (Federazione Italiana Medicina Generale) ha giudicato negativamente la proposta da parte della Regione Veneto di rinnovare dell’Accordo Integrativo Regionale (AIR) del 2005 che sancisce 7 ore settimanali per ogni medico di Medicina Generale offerte dalla Regione per il personale amministrativo. Dopo aver abbandonato il tavolo delle trattative, quindi, il sindacato di Medicina Generale ha proclamato uno stato di agitazione della categoria.

Il dissenso

La Federazione l'ha definita una proposta deludente che non andrebbe a rispecchiare i reali bisogni della popolazione. Per questo motivo la FIMMG ha esortato a una riorganizzazione delle cure territoriali nella Regione Veneto frutto della mancanza di programmazione e di idee.

L’attenzione, secondo la Federazione, andrebbe posta da un lato sul potenziamento del personale di studio e dall'altro sulla riorganizzazione degli ambulatori dei medici di Medicina Generale, in modo da poter fornire risposte efficaci alla cittadinanza.

Mentre la risposta in fase cruciale della trattativa sull’Assistenza Territoriale, vedrebbe la Regione lontana dalla reale situazione che ogni giorno si svolge all’interno degli studi dei medici di famiglia.

FIMMG lascia il tavolo delle trattative e proclama lo sciopero

A fronte del rifiuto delle proposte avanzate ripetutamente e della mancanza di ascolto, FIMMG ha deciso di abbandonare il Tavolo Negoziale per il rinnovo dell’Accordo Integrativo Regionale (AIR), il suo ultimo testo risale al 2005. Perciò, per la terza volta in pochi anni, la Federazione si vede costretta a proclamare lo stato d’agitazione.

Il punto si cui FIMMG concentra il proprio dissenso sono le 7 ore settimanali per ogni medico di Medicina Generale offerte dalla Regione per il personale amministrativo, a fronte delle 14 ore richieste, ma senza risultati apparenti.

La bozza di proposta AIR sottolineava già a dicembre il dato, ma per il Sindacato ciò comporta “un affronto al buon senso e una chiara dimostrazione di non aver compreso le criticità e di non volere proseguire nelle trattative”.

Maurizio Scassola, Segretario Regionale, dichiara che tale bozza non può considerarsi la base operativa su cui lavorare per rendere l’Assistenza Primaria efficace in Veneto:

"Come abbiamo già sottolineato  – spiega il Segretario regionale Maurizio Scassola – questa bozza è irricevibile e non può rappresentare una base di discussione per una vera, seria, operativa ed efficace riorganizzazione dell’Assistenza Primaria in Veneto. Un territorio in cui, giova ricordarlo, circa il 40% dei colleghi lavora in perfetta solitudine, senza personale di supporto! Un territorio, inoltre, orograficamente e demograficamente complesso con problemi socio-assistenziali specifici in cui ancora oggi l’offerta organizzativa è frammentata, inammissibile per un Paese che vuole dare accoglienza, ascolto, prossimità ed equità nelle cure. Siamo ormai esasperati da questa mancanza di idee e di coraggio.

In un territorio come quello del Veneto – prosegue il dottor Scassola – per prendere davvero in carico i bisogni dei cittadini e attivare efficaci percorsi di assistenza e cura è indispensabile alzare il livello dell’organizzazione. Bisogna mettere i medici di famiglia, specie i giovani medici neo inseriti e i colleghi in formazione, nelle condizioni di lavorare in sicurezza e dignitosamente, con personale amministrativo e infermieristico adeguatamente formato per svolgere compiti e funzioni sempre più complessi.

Uno dei motivi della scarsa attrazione della Medicina Generale per le giovani generazioni è data proprio dallo scarso supporto organizzativo, strutturale e tecnologico! Sulla presenza del personale di studio si giocano la credibilità e la fattibilità di una vera presa in carico della persona. La proposta della Regione, invece, è carente, fuori dal tempo e lontana dai problemi quotidiani dei cittadini e dei loro medici di Medicina Generale. La battaglia della FIMMG Veneto è a difesa del cittadino e del Servizio Socio Sanitario Regionale".

"Potranno esserci possibili scioperi"

Per avere maggior chiarezza sulle rivendicazioni da parte del sindacato dei medici di base del Veneto abbiamo intervistato il Dott. Brunello Gorini, Segretario FIMMG Treviso:

"La Regione da anni dice di voler risolvere i problemi della medicina di famiglia con incentivi e personale ma in realtà non lo fa. Il contratto di lavoro dice che bisogna avere massimo 1.500 pazienti, poi hanno aggiunto gli extracomunitari e la lista dei bambini per cui si passa a 1.800, senza che il limite sia stato cambiato. Poi siccome mancano i medici il limite è stato sposato effettivamente a 1.800, ma ciò vuol dire 2.000 pazienti. Se io avessi una segretaria che mi prende gli appuntamenti, che mi consegna le ricette, che mi controlla - dico per dire - la pressione del paziente che viene, cioè un filtro amministrativo di tante cose che io adesso faccio perché non ho nessuno che mi aiuta, io potrei seguire meglio questi pazienti. Questo è stato dato ad alcuni e non a tutti".

In merito allo stato di agitazione ha quindi dichiarato:

"Cosa potrebbe comportare lo stato di agitazione? Facciamo le richieste perché almeno quella cosa lì ci vuole. Siamo professionisti abbiamo fatto un’indagine e verificato le esigenze e quello è il minimo: il doppio delle ore e una tariffa adeguata a quello che è 15 anni dopo. Per legge quando si proclama lo stato di agitazione, si viene invitati dal prefetto - penso che la regione non si degnerà di partecipare - il quale cercherà a volta sua di far ragionare le due parti. Se come la volta scorsa dove la regione non si è presentata, il compito del prefetto fallisce perché non è in grado di mediare e quindi c’è un automatico permesso a fare sciopero. Probabilmente sarà uno sciopero della chiusura degli studi a oltranza fino a quando qualcuno della regione non perderà il posto tra i responsabili che ostacolano il progetto.

È uno stato di agitazione anche collaterale ad altre cose come l’aumento della burocrazia, la complicazione tra reparti che non fanno ricette o certificati di malattia. C’è un contesto in cui tutta la sanità è in difficoltà e noi essendo alla fine dell’anello ne risentiamo più degli altri. Non è una rivendicazione che la categoria fa per avere dieci centesimi in più di stipendio ma per attirare l’attenzione pubblica sul fatto che l’attuale conduzione della regione non tiene conto della salute dei suoi abitanti. Di solito dovrebbe essere che la parte pubblica tutela la salute dei cittadini e dice al dottore di fare di più e come sindacato dovrei chiedere un maggior compenso in base all’aumento delle mansioni, qui invece siamo al contrario il sindacato dice 'bisogna curare bene i cittadini', la regione invece dice 'no non mi interessa'".

Seguici sui nostri canali