L'arbitro di TikTok sfida il regolamento e commenta le partite sui social
Da un lato le regole, un po' impolverate, magari, ma pur sempre regole sono... Dall'altra la voglia di rivoluzionare il sistema dell'arbitraggio. In mezzo un giovane che ha sfidato quel sistema e ha perso. Per il momento...
Quante volte, di questi tempi, ci si trova di fronte a un bivio: seguire la norma oppure innovare. E' una spinta, questa, dettata senza alcun dubbio dalla rivoluzione social, che sta cambiando il mondo (o per lo meno, di certo, sta modificando determinati equilibri). Capita, infatti, che certe realtà aprano le porte all'innovazione, e altre, invece, cerchino di salvaguardare lo status quo. Sono due approcci, legittimi entrambi e decisamente duali, opposti, divergenti.
L'arbitro di TikTok sfida il regolamento e commenta le partite sui social
Ed è quello che sta accadendo nel mondo del calcio. O meglio, nel mondo dell'arbitraggio. Una piccola "rivoluzione" che, si può dire, parte da Mestre grazie all'impegno di un giovane fischietto della sezione veneziana. Alessandro Iuliano, 23 anni, studente di Filosofia, ha una passione "matta" per il calcio. Quando ha 16 anni si iscrive a un corso per divenire arbitro e qualche anno fa, nel 2016, riesce a dirigere il primo match. Parte dalla categoria degli Esordienti e arriva alla Prima categoria. Tutto giusto.
Poi però la pandemia rovina i piani. Si ferma il mondo. E anche la sua carriera. E' quello il momento (come per tanti altri coetanei) in cui si scopre la forza dei social network. Si riconosce l'impatto che può avere quello strumento così potente ed efficace, in grado di raggiungere in pochi secondi milioni di persone. E qui c'è del genio: apre un account, "Arbitrino", e quando si riparte, superata la fase più acuta della pandemia, inizia a condividere video in cui racconta la sua vita da arbitro, commenta gli episodi delle partite più importanti, insomma, lascia che tutti entrino in quel "suo" mondo. Il prodotto piace. E pure molto.
Iniziano a fioccare like, i follower aumentano (più di 200mila) ma la doccia gelata è dietro l'angolo. Sì, perché proprio quel "suo" mondo, quello che lui sta facendo conoscere a tanti, non gradisce questo "sistema". Non è una mera questione di gusti. E' il giudizio che deriva dalle regole dell'arbitraggio. Regole che non ammettono deroghe. "Non si possono rilasciare dichiarazioni pubbliche nemmeno via internet". Arriva, dunque, la prima batosta: l'Aia apre un procedimento nei suoi confronti. Si convoca anche il Procuratore della sezione veneta dela Figc. Il caso va in disciplinare e arriva la prima sentenza: squalifica di cinque mesi. A novembre la batosta è pure più pesante: un nuovo stop, ma quasta volta di 18 mesi.