Intellettuale francese "distrugge" Venezia in un libro: "E' una città giocattolo, andate a Napoli"
Il libro dello scrittore, dunque, scritto sul finire degli anni Novanta, in questa fase di ripresa dell'attività turistica è balzato di nuovo nelle ricerche online, finendo, gioco forza, nel "dibattito" sulle mete turistiche.
Il libro, scritto dall'autore Régis Debray alla fine degli anni Novanta, torna in auge in questo bizzarro periodo storico. Proprio alla "vigilia" della ripartenza del turismo... Saranno contenti i napoletani, i veneziani sicuramente no.
Intellettuale francese "distrugge" Venezia in un libro: "E' una città giocattolo, andate a Napoli"
Si torna a parlare dell'opera di Régis Debray, "Contre Venise", una fatica letteraria assai controversa, in cui l'autore francese demolisce letteralmente Venezia, ponendola a confronto con Napoli, e consigliando ai suoi compaesani, di andare a visitare la Campania, appunto, piuttosto che il Veneto. Il libro dello scrittore, dunque, scritto sul finire degli anni Novanta, in questa fase di ripresa dell'attività turistica è balzato di nuovo nelle ricerche online, finendo, gioco forza, nel "dibattito" sulle mete turistiche.
"Andate a Napoli e lasciate perdere Venezia. Venezia è la volgarità della gente di buon gusto. Possano queste rustiche osservazioni contribuire a liberare un paio di timorosi da ogni rimorso nei riguardi di gondole, vaporetti e imbarcaderi scricchiolanti. Per curare la vostra ‘venezite’, cari dongiovanni da fine settimana e cari diplomatici decaduti, andate a Napoli.
Napoli la truculenta, Napoli che ti salta al collo e non ti molla più, Napoli è carnale, frivola, rumorosa, sensuale, viva. Venezia ha odore di morte, con quelle gondole simili a catafalchi e quei palazzi decaduti è un fossile. Il duomo di Napoli è un luogo di culto, San Marco è un museo dove si fa la fila per entrare.
Ci sono chiese a Venezia, ma le messe si dicono a Napoli. Venezia è una città giocattolo, un simulacro che esiste solo attraverso gli occhi degli altri e smette di esistere se non ci sono visitatori. Da sola Venezia crolla e si deprime come un’attrice davanti a una sala vuota".