Cisl Veneto

Infortuni sul lavoro, 3 lavoratori su 100 denunciano: Venezia tra i territori più critici

Secondo lo studio di Fondazione Corazzin sono 58.214 gli infortuni sul lavoro denunciati in Veneto nel 2023

Infortuni sul lavoro, 3 lavoratori su 100 denunciano: Venezia tra i territori più critici
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Nel Veneto, la questione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è stata oggetto di un'indagine condotta dalla Fondazione Corazzin, la quale ha rivelato che nel 2023, 3 lavoratori su 100 hanno denunciato infortuni sul lavoro. Sebbene ci sia stato un lieve calo rispetto all'anno precedente, i numeri restano preoccupanti, soprattutto se consideriamo che questo trend negativo si protrae ormai da un decennio. Gli infortuni mortali sono diminuiti, ma quelli con esiti gravi risultano ancora numerosi.

In particolare, gli infortuni mortali sono più frequenti tra gli occupati stranieri, soprattutto nella fascia di età compresa tra i 55 ei 64 anni, e nei settori delle costruzioni, trasporti, agricoltura e manifatturiero. I territori più critici sembrano essere il Veronese e il Veneziano. È preoccupante notare che, per ogni incidente mortale, quasi altri due infortuni hanno causato gravi lesioni permanenti con conseguenze irreversibili per le persone coinvolte.

Lo studio di Fondazione Corazzin

La Fondazione Corazzin, centro studi di Cisl Veneto, ha presentato ieri, 12 marzo 2024, in anteprima i risultati della propria ricerca durante una conferenza stampa presso la sede del sindacato a Mestre.

Questa ricerca si basa sull'analisi dei dati regionali dell'Inail per il 2023, che sono stati reinterpretati con focus specifici e mettendoli in relazione ai trend degli ultimi dieci anni. La presentazione è avvenuta nell'ambito della mobilitazione nazionale della Cisl per promuovere la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

"L’analisi dei dati, che fa emergere un lento e progressivo calo degli infortuni in relazione al numero di occupati, ci fa capire che l’impegno messo in campo dal sindacato nei posti di lavoro può dare risultati importanti – ha spiegato Gianfranco Refosco, segretario generale di Cisl Veneto –. Pure l’aumento delle denunce di malattie professionali testimonia oltre a un aumento dei rischi, , crediamo, una crescita di consapevolezza di chi lavora, maturata anche con l’azione informativa del sindacato.

Ma resta in termini assoluti alto il numero di infortuni denunciati, che rischia di “cristallizzare” la situazione, e non si è ancora riusciti a ridurre in misura significativa gli infortuni gravi e mortali. Ciò significa che quanto fatto finora non è bastato. È il momento di cambiare passo in modo deciso, come si continua a chiedere con forza, per imprimere una reale e incisiva inversione di rotta che ancora non si vede".

"Emergono con evidenza alcune aree di maggiore criticità e insieme si intravvedono gli spazi possibili di azione – prosegue Refosco –: a partire dalla formazione, senz’altro da potenziare rispetto a specifiche fasce di età, precisi settori e ai lavoratori stranieri, dall’importanza della vigilanza e dallo spazio di partecipazione e codecisione dei rappresentanti dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro".

58.214 infortuni sul lavoro denunciati in Veneto nel 2023

Analizzando i dati dettagliati del 2023, possiamo osservare che in Veneto sono stati denunciati complessivamente 69.643 infortuni, di cui 58.214 sono avvenuti sul posto di lavoro. Il calo rispetto al 2022 è del 17,67%, ma escludendo gli infortuni legati al Covid, la diminuzione è solo del 3,31%. Questi numeri mostrano una stabilità intorno ai 70.000 casi nel corso dell'ultimo decennio, ad eccezione del periodo pandemico, caratterizzato da chiusure e restrizioni che hanno influito sui dati. Anche l'incidenza degli infortuni rispetto agli occupati mostra una lieve diminuzione nel tempo, passando dal 3,79% nel 2013 al 3,15% nel 2023.

Analoghe considerazioni si applicano agli infortuni mortali, che nel 2023, escludendo quelli in itinere, sono stati 72, con una riduzione del 12,2% rispetto al 2022. Tuttavia, guardando al decennio precedente, escludendo i casi Covid, la media si mantiene intorno alle 80 vittime all'anno, con lievi oscillazioni annuali.

Un altro aspetto rilevante, spesso trascurato, è quello degli infortuni gravi, che causano menomazioni significative influenzando notevolmente l'autosufficienza individuale e familiare delle vittime, oltre a comportare oneri sociali e sanitari. Secondo i dati Inail del 2022, i casi riconosciuti con menomazioni superiori al 26%, indicativi di danni biologici permanenti, sono quasi il doppio rispetto agli infortuni mortali riconosciuti, contando ben 158 casi rispetto a 84.

Venezia tra i territori più critici

Per quanto riguarda le aree geografiche, Venezia è la seconda provincia in Veneto per infortuni mortali con un totale di 20 morti. Al primo posto si trova Verona con 32 e al terzo Treviso con 17.

Per quanto riguarda gli infortuni denunciati nel 2023, Verona è la provincia più colpita con 14.132 casi, seguita da Vicenza (13.457) e Padova (13.200).

I lavoratori più colpiti nel 2023

L'analisi del profilo sociodemografico delle vittime, basata sui dati delle denunce all'Inail del 2023, fornisce informazioni preziose per identificare interventi prioritari in termini di prevenzione e formazione. La fascia di età più a rischio è quella tra i 45 ei 54 anni, che rappresenta il 23,14% del totale degli infortuni, seguita dai giovani under 25 (21,73%) e dai 25-34enni (18,47%). Per quanto riguarda gli infortuni mortali, invece, sono i lavoratori tra i 55 ei 64 anni a essere più colpiti, rappresentando il 36,63% del totale, seguiti dai 45-54enni (21,78%) e dai 35-44enni (14,85%).

Guardando alla distribuzione per genere, emerge che la maggior parte degli infortuni denunciati, inclusi quelli mortali, coinvolgono prevalentemente lavoratori uomini, probabilmente a causa della loro maggior presenza nei settori produttivi più a rischio: il 66,71% degli infortuni è denunciato da uomini, mentre questa percentuale sale al 94,06% per gli infortuni mortali.

Infine, riguardo alla nazionalità dei lavoratori (italiani e stranieri), i dati dell'Inail per il 2023 mostrano che le denunce di infortuni da parte di lavoratori stranieri rappresentano il 26,19% del totale, rispetto al 22,52% dell'anno precedente. Gli infortuni mortali denunciati da lavoratori stranieri costituiscono addirittura il 31,68% del totale, con 32 vittime nel 2023, registrando un aumento significativo del 6,67% rispetto all'anno precedente, mentre si è verificato un calo del 30,3% per i lavoratori italiani. È particolarmente allarmante l'incidenza delle denunce di infortuni tra i lavoratori stranieri rispetto al numero totale di occupati nel 2022, l'ultima annualità disponibile, pari al 7,47%, più del doppio rispetto a quella calcolata per i lavoratori italiani (3,47%).

I settori e gli ambiti di attività più fragili

Nel 2023, la stragrande maggioranza delle denunce di infortuni, corrispondenti all'82,79% del totale, proviene dai settori dell'industria e dei servizi, con 57.654 casi. Le pubbliche amministrazioni rappresentano il 14,0% delle denunce, con 9.756 casi, mentre il settore agricolo contribuisce al 3,21% con 2.233 casi. Dei 101 casi totali di infortuni mortali, ben 90 riguardano l'industria e i servizi, 8 l'agricoltura e 3 le pubbliche amministrazioni.

Analizzando le specifiche attività economiche e produttive (codici Ateco), nel 2023 le denunce più numerose sono state nella fabbricazione di prodotti in metallo, nei lavori di costruzione specializzati, nella fabbricazione di macchinari e apparecchiature, nel commercio al dettaglio e all'ingrosso, e nell'assistenza sanitaria. Per quanto riguarda gli infortuni mortali, i settori più colpiti sono stati i lavori di costruzione specializzati e il trasporto terrestre e mediante condotte.

La fabbricazione di prodotti in metallo spicca anche per il maggior numero di infortuni denunciati da lavoratori di nazionalità straniera, con l'8,71% del totale delle denunce di infortuni in questo gruppo di dipendenti. Seguono le attività di magazzinaggio e di supporto ai trasporti (5,05%) e i lavori di costruzione specializzati (4,87%), settori che vedono una maggiore presenza di lavoratori stranieri.

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