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Il Mose rischia di "annegare" per il caro energia: per sollevare le paratoie servirà l'energia solare?

Allo studio ci sono formule diverse per "alimentare" le paratoie. Si pensa, per esempio, al fotovoltaico...

Il Mose rischia di "annegare" per il caro energia: per sollevare le paratoie servirà l'energia solare?
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Il caro energia ormai colpisce tutti. E questa non è una novità. Nuove, casomai, devono essere le strategie per fronteggiare l'aumento dei costi energetici che rischiano, in qualche caso, di paralizzare alcune importanti strutture.

Il Mose rischia di "annegare" per il caro energia: per sollevare le paratoie servirà l'energia solare?

L'esplosione dei prezzi dell'energia, per esempio, ha colpito anche il Mose. Non è ancora chiaro quanto il caro energia incida davvero, ma con l'attuale trend sembra che per muovere le paratoie si dovrà spendere circa 5 milioni di euro in più all'anno rispetto al periodo pre-crisi. Una fortuna... E il rincaro, si apprende, non riguarderebbe solo le operazioni di sollevamento e i test, ma anche gli impianti attivi h24 tutto l'anno, come il condizionamento delle gallerie per impedire la formazione di umidità e corrosione.

Per tutti questi motivi, dunque, sta aumentando la "pressione" su Eni Rewind per portare a conclusione il progetto di un grande parco fotovoltaico capace di dare una risposta alle richieste di energia del sistema che, a tutti gli effetti, è decisamente energivoro. Entro qualche settimana, pare, potrebbe partire il bando di gara per la realizzazione. Il progetto potrebbe anche arrivare a fornire più energia di quanto richiesto dal Mose e per questo motivo il ministero delle Infrastrutture e il Provveditorato stanno dialogando per creare una rete tra i comuni vicini per condividere, in futuro, l'energia prodotta dal sole.

Il progetto è ambizioso: si tratta di ricoprire di pannelli solari tutte le aree aperte del Mose. Tetti degli edifici, aree interdette. Tutto. Tranne la piarda di Malamocco che invece verrà demolita. I costi del parco sarebbero limitati, anche grazie agli incentivi e renderebbe il Mose autosufficiente. E poi potrebbe aprire le porte all'elettrificazione del porto che dovrebbe consentire alle navi di spegnere i motori quando sono attraccate, proprio perché i natanti sarebbero collegati alla rete elettrica.

I lavori per il completamento del Mose nel frattempo continuano. A rilento. Prima c'è stato lo stop per sistemare i conti, la procedura fallimentare ritirata dal liquidatore, e la ripresa dei cantieri. Per fine anno si dovrebbe arrivare ai 40 milioni di fatturato a fronte degli oltre 200 previsti. L'obiettivo è di consegnare l'opera il 31 dicembre del 2023...

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