Il ministero silura il Provveditore: a "sollevare" il Mose sarà (ancora) Fabio Riva
I lavori, nel frattempo, sono ancora fermi ed è partito il conto alla rovescia per la prima alta marea (l'anno scorso fu il 3 ottobre).
Un'altra vittima del Mose, è proprio il caso di dirlo. A pagare la sospensione del suo incarico è, questa volta, Cinzia Zincone, provveditore alle Opere pubbliche del Triveneto, temporaneamente "rimossa" dal Ministero delle Infrastrutture.
Il ministero silura il Provveditore
Atto finale di uno scontro aperto da tempo, quello che vede coinvolto il provveditore alle opere pubbliche del Triveneto, Cinzia Zircone, e il ministero delle Infrastrutture.
Atto che vede, nel suo capitolo finale, la sospensione dal suo incarico attuale per due motivi distinti: da un lato l'Agenzia del Demanio che le contesta di occupare una casa pubblica in maniera irregolare, dall'altro lo stesso ministero che ha avviato un procedimento disciplinare per aver anticipato, come riporta il Corriere, un pagamento di circa 850mila euro a un consorzio di imprese per i lavori sul Mose, scavalcando il Consorzio Venezia Nuova e violando, dunque, la "par condicio creditorum", processo che prevede, in caso di concordato preventivo, l'impossibilità di effettuare pagamenti a uno solo dei creditori.
A "sollevare" il Mose sarà (ancora) Fabio Riva
Accuse, queste, che la diretta interessata avrebbe però rispedito al mittente, ma che, allo stesso tempo, ha "incassato" il provvedimento di sospensione cautelativa senza poter opporsi fino alla conclusione del procedimento. Al suo posto come sostituto facente funzione, un ritorno. A palazzo dei Dieci Savi, infatti, tornerebbe Fabio Riva, già responsabile unico del procedimento del Mose dal 2013 al 2017, attualmente in carica come provveditore interregionale per le Opere pubbliche per la Lombardia e per l'Emilia.
Una corsa contro il tempo
E nel frattempo, tra sospensioni e lavori fermi, è partito il conto alla rovescia per la prima marea (e per il primo sollevamento del Mose) visto che l'anno scorso si era verificata il 3 ottobre. Sotto i riflettori, come detto, non solo i problemi legati ai pagamenti e ai debiti, che ancora tengono bloccati i lavori, ma pure l'uso dei 538 milioni che il provveditore vorrebbe destinare agli interventi, tutti, non solo per il Mose.