Focus sul fenomeno

Il dramma della siccità in Veneto: Zaia annuncia l'ordinanza anti-sprechi

La situazione, come è noto, è drammatica. E non si esclude un'ordinanza nei prossimi giorni...

Il dramma della siccità in Veneto: Zaia annuncia l'ordinanza anti-sprechi
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Quello della siccità in Veneto, al momento, non è un problema. E' "Il" problema. Perché con l'aumento fisiologico delle temperature (e senza la prospettiva di piogge in grado di colmare il drammatico gap in termini di riserve d'acqua) quello che arriverà, probabilmente, sarà un periodo difficile da gestire. Soprattutto per gli agricoltori, un comparto fondamentale in regione. Ma non solo.

La mancanza d'acqua è un problema di tutti. E per questo motivo il Governatore Zaia si è sentito in dovere di appellarsi al buon senso dei veneti con una dichiarazione che non lascia poi molto spazio all'immaginazione...

Il dramma della siccità in Veneto: Zaia annuncia l'ordinanza anti-sprechi

"Siamo in grossa difficoltà a causa della siccità, non escludo che sia necessaria un’ordinanza nei prossimi giorni, vi chiedo di darci una mano risparmiando la risorsa idrica; spero che a livello nazionale si decida di finanziare un grande piano, che si possa andare avanti con la pulizia degli invasi alpini, e poi bisogna decidere di autorizzare l’utilizzo delle cave in pianure per creare una rete di invasi, finanziando il mondo dell’agricoltura affinché si possano studiare metodi per non disperdere la risorsa idrica, sui modelli di aridocoltura come, ad esempio, in Israele".

Da un lato c'è l'emergenza idrica. Le scarse precipitazioni, una situazione già piegata da un anno, quello passato, che aveva colpito severamente tutto il territorio nazionale, Veneto compreso. Dall'altro ci sono le azioni da intraprendere per tentare di salvare quello che resta, le risorse idriche, un bene che diventa sempre più prezioso.

Le parole del Governatore sul tema

Non ha usato mezzi termini il Governatore Luca Zaia, nell'anticipare quello che presumibilmente avverrà a breve. Un'ordinanza, in poche parole, tutta imperniata sul risparmio delle riserve idriche. Un intervento politico, questo, che il Presidente del Veneto si auspica poi possa essere "accompagnato" da misure nazionali, a più ampio spettro, perché il problema, diciamolo, è di tutti. In mezzo a questo fenomeno, a questo dualismo, emergenza e prospettive, ci sono degli interventi che potrebbero mitigare la criticità.

La pulizia degli invasi alpini, per esempio, delle dighe artificiali, dei laghi, ma non solo. C'è anche l'uso consapevole, che parte da tutti noi, dell'acqua. Gesti quotidiani che devono essere alimentati dalla presa in carico di questo grande dramma complessivo e che possono, sei veicolati nella giusta direzione, fare la loro parte.

Il rapporto Arpav

"È fondamentale tutelare le risorse idriche che abbiamo a disposizione e potenziare la capacità di stoccaggio negli invasi esistenti mettendo in efficienza quelli penalizzati da masse di detriti, INCREMENTARE I SISTEMI DI RICARICA ARTIFICIALE DELLA FALDA e sfruttare la capacità che può assicurare la rete di cave dismesse in pianura.

I dati ci dicono che possiamo parlare oggettivamente di emergenza perché lo dice la realtà, non perché si vogliono creare allarmismi. L’ultimo rapporto dell’ARPAV dice che nel mese di febbraio sul Veneto sono mediamente caduti 3 mm di precipitazione; la media del periodo 1994-2022 è di 60 mm".

Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, aveva anticipato alcuni dati del “Rapporto sulla risorsa idrica in Veneto”  in pubblicazione a cura dell’ARPAV.

Il documento riferisce che “gli apporti meteorici mensili sul territorio regionale sono pressoché nulli (-96%) e sono stimabili in circa 46 milioni di metri cubi d’acqua”. Per ritrovare una situazione simile bisogna tornare al 1997 con 4 mm. In tutti i bacini idrografici della regione di riscontrano condizioni di elevato deficit pluviometrico che variano dal -90% del Po al -98% di Adige, Lemene, Pianura tra Livenza e Piave, Sile e Tagliamento.

Nel periodo di un mese, l’indice SPI (quantifica l’impatto del deficit di precipitazioni in diverse scale di tempi) delinea segnali di siccità moderata sulla provincia di Rovigo, sulla punta meridionale di quella di Venezia, sulla zona dell’alto Garda e su una fascia tra Bellunese, Vicentino e Trevigiano. Ma sul resto del Veneto mette in evidenza siccità “severa” che diventa “estrema” in alcune aree del Veneziano. Per quanto riguarda i fiumi, alla data del 28 febbraio, le portate “si mantengono ancora nettamente inferiori alle medie storiche su tutti i principali corsi d’acqua”.

"L’acqua è vita e per quanto riguarda la nostra parte per il Veneto la stiamo sostenendo – aggiunge il Governatore -. La Regione sta promovendo interventi e sta preparando un piano irriguo. Ma il problema non è solo di una regione ma comune; di fronte a quello che appare innegabilmente un cambiamento climatico è fondamentale una nuova visione, bisogna guardare ad una strategia a livello nazionale con la definizione di un piano straordinario che tuteli le nostre risorse idriche e indichi precisi interlocutori agli amministratori regionali e territoriali. In questa ottica apprezzo la via presa dal Governo verso la nomina di un commissario".

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