Redentore Venezia 2023

Il discorso integrale del sindaco all'inaugurazione del ponte votivo

La cerimonia è stata caratterizzata dal tradizionale messaggio del sindaco dopo l'attraversamento verso la chiesa del Redentore

Il discorso integrale del sindaco all'inaugurazione del ponte votivo
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Si è tenuta questa sera, venerdì 14 luglio, l'inaugurazione del tradizionale ponte votivo allestito per il Redentore, alla presenza del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro e del patriarca Francesco Moraglia. Insieme al vicesindaco Andrea Tomaello, alla presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano, all’assessore Paola Mar erano presenti inoltre consiglieri comunali, il presidente della Municipalità di Venezia Murano Burano, Marco Borghi, in rappresentanza della Comunità veneziana e le massime autorità cittadine, civili e militari.

Il discorso integrale del sindaco all'inaugurazione del ponte votivo

"Buonasera e benvenuti a questo che è uno dei momenti più evocativi della tradizione della nostra Città. Oggi, attraversando questo Ponte, abbiamo rinnovato un voto che da quasi 450 anni ci lega indissolubilmente al Cristo Redentore. Un gesto che oggi abbiamo voluto compiere portando nel cuore il piccolo Mattia, il suo papà Marco e la nonna Maria Grazia, vittime innocenti di una tragedia che ha segnato tutta la nostra comunità. Venezia è una città dal cuore grande ed è vicina alle loro famiglie in questo momento di dolore e sconforto.

Abbiamo appena adesso attraversato questo ponte che rappresenta il nostro passato e anche ciò che vogliamo possa diventare il nostro futuro. Con la Festa del Redentore raccogliamo un testimone dall’alto valore simbolico e dobbiamo dimostrare sempre di esserne degni. Come Amministrazione comunale, in questi ultimi anni, abbiamo operato tutti assieme perché prendesse il via una nuova stagione di lavori e di manutenzioni della città, abbiamo investito perché l'Arte navale potesse tornare veramente a casa organizzando, per la quarta volta consecutiva, il Salone Nautico, ci siamo rimboccati le maniche perché il Mo.S.E., una delle più grandi opere di ingegneria idraulica realizzata al mondo, entrasse finalmente in funzione, salvando la Città dalle acque alte eccezionali e mettendo a tacere inutili e pretestuose polemiche, ma soprattutto abbiamo voluto che Venezia riacquistasse quel ruolo centrale nella diplomazia internazionale. Un ruolo che ho avuto modo di constatare proprio qualche mese fa nella mia visita ad Odessa, in Ucraina, una città con cui siamo gemellati.

Venezia starà sempre dalla parte di chi difende la propria libertà. Pax tibi Marce evangelista meus è scritto sul libro tenuto aperto dalla zampa del leone simbolo della nostra Repubblica Serenissima. E con lo stesso spirito chiediamo al mondo intero di impegnarsi per garantire agli amici ucraini, e a chi vive nelle zone di conflitto, pace e libertà. Noi siamo sempre leali amici in tempo di difficoltà e pronti ad intervenire nel momento in cui la guerra terminerà e dovremo aiutare nella ricostruzione. Uno sguardo a est per una Venezia che è saldamente ancorata all’alleanza Occidentale e Atlantica e che rappresenta un ponte tra differenti culture.

Quello sguardo a Oriente che ci stiamo preparando a celebrare ricordando i 700 anni dalla morte di Marco Polo. Un ciclo di eventi, aperto a chiunque vorrà integrarlo, che ruoteranno attorno ad una grande mostra a Palazzo Ducale, organizzata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e che inizierà nella primavera del prossimo anno. Un omaggio ad un nostro concittadino che ha onorato con la sua vita e le sue gesta la nostra Città e che, ancora dopo sette secoli, abbiamo il dovere di rievocare facendone simbolo di uno spirito, di una intraprendenza e coraggio che ancor oggi deve guidare il nostro vivere quotidiano.

Stiamo dimostrando con i fatti di essere una grande città nella quale chiunque, specialmente i giovani, può sentirsi tassello fondamentale di un ambizioso progetto di rilancio e crescita. Le nuove generazioni guardano a noi: sono giudici integerrimi nel valutare ciò che siamo in grado di fare per garantire loro un futuro di crescita e sviluppo. Per questo abbiamo voluto firmare con i rappresentanti del mondo accademico veneziano il protocollo “Venezia Città Campus” con l’obiettivo di realizzare un centro di sapere e di eccellenza capace di attrarre, formare e trattenere giovani talenti con conoscenze avanzate, attraverso la qualità dell’offerta formativa e della ricerca, ma anche dei servizi correlati nel contesto di una comunità inclusiva, moderna e sostenibile.

Guardiamo a una Venezia che è culla del sapere. Una città in cui la conoscenza diventa motore di progresso: non solo come luogo ‘mitico’ da visitare, ma dove c'è la reale possibilità di vivere e lavorare.

In questi ultimi mesi abbiamo dimostrato che noi veneziani non ci arrendiamo mai, soprattutto quando tutto sembra procedere in modo avverso. Abbiamo coraggiosamente lottato a Roma e alla fine siamo stati premiati portando a casa il co-finanziamento di 93 milioni di euro da parte del Governo che ci consentirà di realizzare il Bosco dello Sport e in particolare le opere di urbanizzazione interna, quelle legate al verde, al paesaggio, e l’arena. Come Comune, invece, finanzieremo integralmente, solo con nostre risorse, la nuova viabilità Tessera-Aeroporto e, soprattutto, lo stadio. Abbiamo le risorse per farlo, senza aumentare il nostro debito. Noi siamo testardamente innamorati di questa città e tutto questo lo stiamo facendo per i bambini e per le nuove generazioni perché è a loro che dovremo lasciare in eredità una Venezia migliore di come l'abbiamo ricevuta.

Lasciatemi infine concludere questo mio intervento ringraziando di cuore quella maggioranza silenziosa dei veneziani che ama questa città e che non si lascia condizionare da chi si ostina a pensare che a Venezia debba prevalere la mentalità del “no a tutto”.

Domani e domenica sarà un momento in cui tutta la Città, dalla terraferma alle Isole, si stringerà attorno al Redentore. E, grazie ad una imponente macchina organizzativa che ha lavorato in questi mesi, lo faremo in sicurezza.

Grazie, quindi, a tutte le persone che si sono dedicate con impegno e passione per l’organizzazione di questo evento che è tra i più celebrativi della nostra storia. Grazie agli operai e ai tecnici che hanno realizzato il ponte, agli operatori di tutte le Forze di sicurezza, agli addetti alle pulizie, ai piloti, autisti e macchinisti, ai sanitari e a tutti coloro che a qualsiasi titolo e spesso volontariamente, sono impegnati per il buon esito del Redentore.

Grazie di cuore al nostro Patriarca Francesco: una guida spirituale e un esempio per l’intera comunità veneziana che vede in lui un uomo illuminato e capace di parlare ai cuori della gente.

Infine, grazie a tutti voi che siete qui oggi. Vi arrivi il mio più sincero augurio di un Buon Redentore. Alle persone ospiti infine dico che la Città vi accoglie con un sorriso e un sincero abbraccio chiedendo a tutti semplicemente di rispettare questi luoghi così delicati. Che questa Festa del Redentore sia davvero un momento da vivere con fiducia e speranza, guardando al futuro e alla rinascita della nostra cara e amata Venezia".

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