Fridays for future, lo striscione sulla Basilica di San Marco: "Venezia è simbolo della crisi climatica"
Il movimento veneziano dice "No" ai grandi scavi, alle grandi navi e al moto ondoso. Domani appuntamento alle ore 17.30 nella Sala San Leonardo
Riprendono oggi, 6 ottobre 2023, i Fridays For Future, gli scioperi del clima con manifestazioni in tutta Italia. Da Torino a Lecce, da Genova a Palermo, sono decine gli eventi in tutta la Penisola, anche Venezia aderisce al movimento con uno striscione sulla Basilica di San Marco.
Sulla Basilica di San Marco: "Venezia è simbolo della crisi climatica"
"Venezia è simbolo della crisi climatica, saremo la laguna che si ribella. No grandi scavi, no grandi navi, basta moto ondoso", recita così lo striscione appeso sulla Basilica di San Marco dal movimento Fridays for future - Venezia.
I giovani di Fridays for Future di tutta Italia scendono oggi in strada per contestare il Governo Meloni sulle tematiche ambientali.
L’italia, dicono, "è a un nuovo capitolo della storia climatica: ondate di calore, alberi sradicati dal vento, chicchi di grandine come palle da tennis e alluvioni. È il capitolo della devastazione, che rende l’azione collettiva indispensabile".
Fridays for future a Venezia domani l'incontro con il Comitato No Grandi Navi
A Venezia domani 7 ottobre 2023 si terrà un'assemblea pubblica con il Comitato No Grandi Navi per "discutere, organizzare e progettare", alle ore 17.30 nella Sala San Leonardo.
"Non guarderemo inermi l'inizio dei nuovi scavi, l'utilizzo di un'isola come deposito di fanghi, il ritorno della navi e la devastazione più totale del nostro territorio. Dobbiamo difendere la laguna e ciò che la circonda, come dobbiamo opporci ad un modello di città basato solo ed esclusivamente sul profitto, a discapito di chi invece vorrebbe costruire un futuro in città e per la città", spiegano sulla pagina Instagram di Fridays for future - Venezia.
"Sabato sarà l'inizio di una grande stagione di lotta in difesa del nostro territorio, per accendere i riflettori sulla crisi climatica, l'estrattivismo, le grandi opere ma anche una monocoltura turistica omicida, le case vuote e i giovani in fuga", proseguono.
L'invito a "vivere e difendere la laguna"
"Vogliamo affrontare i grandi temi che si prospettano davanti a noi: dall'analisi dei progetti scellerati annunciati dal fronte del Porto alla necessità di mobilitarsi il prima possibile, consapevoli che un popolo della laguna deve essere pronto, agguerrito e numeroso già da prima dell'inizio degli scavi.
Un movimento contro questi nuovi progetti dovrà essere sempre più capace di difendere la laguna, il nostro bene comune, e quindi di parlare di moto ondoso così come di un futuro realmente sostenibile per tutta la gronda lagunare. Tutto questo, senza dimenticare le calli e le piazze della nostra città, senza dimenticare che rifiutare il ritorno delle navi significa rifiutare la monocoltura turistica, le case vuote, la fuga dei più giovani", aggiungono dal Comitato No Grandi Navi.
"Crediamo sia necessario portare la città di pietra a vivere e difendere la laguna, così come sarà fondamentale portare la laguna in città: questo vuol dire costruire un movimento capace di scrivere, ancora una volta, pagine di storia importanti e un futuro concretamente migliore per tutti e tutte.
C'è solo un modo per fare questo: farlo insieme. Costruiamo una road map che ci accompagni fino alla prossima estate, riscriviamo le nostre parole d'ordine, prepariamo controinformazione sui progetti fintamente green che vorrebbero imporci, organizziamo iniziative, scaldiamo i motori e i remi delle nostre barchette!"
Le navi da crociera torneranno in Marittima entro il 2027
La protesta si riaccende dopo l'annuncio della riapertura della Laguna alle grandi navi da crociera entro il 2027. L'accesso sarà consentito solo a imbarcazioni fino a 60mila tonnellate e 250 metri di lunghezza, che questa volta passeranno da Marghera dopo essere transitate per il canale dei petroli o accedendo dal canale Vittorio Emanuele III.