Fauna selvatica, gli agricoltori scendono in piazza a Mestre. Coldiretti: "Gli strumenti attualmente disponibili sono insufficienti"
Il presidente di Coldiretti Veneto: "Le linee operative recentemente adottate dalla Regione del Veneto sono un primo passo, ma è solo l'inizio"
Questa mattina, giovedì 25 luglio 2024, si è tenuta una partecipata manifestazione a Mestre, davanti agli uffici della Regione, organizzata da Coldiretti contro la presenza di animali selvatici che rappresentano un rischio per l'agricoltura.
Fauna selvatica, gli agricoltori scendono in piazza a Mestre
Oggi, 25 luglio, alle ore 9.00 in via Torino, davanti agli uffici della Regione Veneto, 1.500 soci di Coldiretti provenienti da tutte le province del Veneto si sono radunati per manifestare contro la proliferazione delle specie non autoctone.
La presenza di animali selvatici sta devastando campi, vigneti, frutteti, orti e pascoli. Greggi e allevamenti sono sotto attacco, mentre nutrie, gazze, corvi e cinghiali distruggono le produzioni alimentari, sterminano i raccolti, causano incidenti stradali con vittime e feriti e si avventurano nei centri urbani, mettendo in pericolo la salute e la sicurezza delle persone.
Coldiretti: "Gli strumenti attualmente disponibili sono insufficienti"
In Veneto, i danni ammontano a milioni di euro, come spiega Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Veneto.
"I rischi non riguardano solo gli agricoltori, ma anche la salute pubblica e la sicurezza idrica del territorio."
"Dopo mesi di incontri con la base sociale e la presentazione di un documento di proposte al Presidente Zaia, vogliamo alzare l'attenzione sulle nostre soluzioni per contrastare la fauna selvatica. Le linee operative recentemente adottate dalla Regione del Veneto sono un primo passo, ma è solo l'inizio", continua Salvan.
"È fondamentale che la Regione accolga pienamente le nostre proposte: gli strumenti attualmente disponibili sono insufficienti. È necessario stanziare risorse annuali per incentivare il controllo, la selezione e l'abbattimento, oltre a risarcire i danni."
Nutrie, cinghiali e gabbiani: un rischio per l'agricoltura veneziana
Nel veneziano, i danni causati dai roditori, in particolare dalle nutrie, sono ingenti su tutto il territorio provinciale. A Caorle, la presenza dei cinghiali è particolarmente preoccupante. Tiziana Favaretto, presidente di Coldiretti Venezia, sottolinea le difficoltà causate dai volatili, come colombacci, gabbiani e oche, che provocano danni alle colture e alle strutture agricole durante tutto l'anno.
"Se fino a qualche anno fa gli stormi di oche invadevano i campi durante la migrazione d’inverno, facendo razzia di frumento e mais appena seminati, ora il problema è costante durante tutti i mesi dell’anno. In questo periodo stanno flagellando i campi seminati in secondo raccolto di soia, così come colombacci e gabbiani provocano danni alle coperture delle serre e pacciamature. E’ necessario un intervento concreto”.
Gli agricoltori di Coldiretti Veneto chiedono un intervento concreto e tempestivo da parte della Regione per affrontare efficacemente questa emergenza.
Forza Italia: "E' un problema complesso, serve la collaborazione di tutti"
In seguito alla manifestazione, la capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale, Elisa Venturini ha dichiarato:
“Comprendo e condivido la preoccupazione di Coldiretti che segnala il problema della eccessiva presenza di ungulati nel nostro territorio, con danni seri e gravi alle coltivazioni. Il problema è molto complesso e tutti i soggetti in campo si stanno adoperando per risolverlo o almeno contenerne le conseguenze.
Vanno avviate forme di collaborazione con i sele-controllori prevedendo ad esempio forme di ristoro per le spese vive che oggi sono a loro carico, in considerazione del servizio di pubblica utilità che svolgono (ad es. costi dell’assicurazione; costo del munizionamento…)
Di recente la regione ha approvato anche la costituzione dei distretti suinicoli con finalità di contrasto alla peste suina africana con zone di contenimento entro le quali si può cacciare il cinghiale (distretti suinicoli entro i quali e nel raggio di 15 km vanno eradicati i cinghiali).
Sappiamo che la situazione è di difficile soluzione ma la Regione sarà al fianco di coltivatori come sta facendo e come ha sempre fatto”.