Farmacisti veneti in protesta a Mestre: contratto scaduto da un anno, trattativa ferma
La mobilitazione è nazionale e coinvolge l’intero comparto, che lamenta condizioni di lavoro sempre più difficili

La protesta dei farmacisti è arrivata anche in Veneto, con un presidio organizzato a Mestre davanti alla sede di Federfarma. A scendere in piazza sono stati i lavoratori e le lavoratrici delle farmacie private, che chiedono il rinnovo di un contratto collettivo, scaduto ormai da oltre un anno.
Farmacisti veneti in protesta a Mestre: contratto scaduto da un anno
In tutta Italia sono circa 90.000 i dipendenti del settore, di cui 6.000 solo in Veneto. La mobilitazione è nazionale e coinvolge l’intero comparto, che lamenta condizioni di lavoro sempre più difficili: orari complicati a seguito delle liberalizzazioni, carichi crescenti legati a servizi aggiuntivi come vaccini, tamponi e screening, il tutto senza tutele adeguate e in assenza di un sistema di welfare.

Il nodo principale della vertenza è economico. La trattativa si è interrotta davanti alla proposta ritenuta inaccettabile dai sindacati: un aumento salariale di 120 euro lordi spalmati su tre anni. Una cifra giudicata insufficiente da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, che hanno sottolineato come non si possa scendere sotto una soglia minima di dignità salariale.

La mobilitazione è unitaria e coinvolge tutte le sigle sindacali del settore, che chiedono non solo un adeguamento degli stipendi, ma anche un riconoscimento del ruolo sempre più centrale svolto dai farmacisti nei servizi sanitari di prossimità.
Secondo i sindacati, non è solo una battaglia per i farmacisti, ma per tutti i lavoratori delle farmacie che da anni garantiscono assistenza sul territorio senza adeguati riconoscimenti contrattuali.


