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Da oggi piazza San Marco è più grande: apre al pubblico Palazzo Procuratie Vecchie

Oggi, venerdì 8 aprile, c'è stato il taglio del nastro...

Da oggi piazza San Marco è più grande: apre al pubblico Palazzo Procuratie Vecchie
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“Abbiamo inaugurato questa mattina a Venezia il palazzo delle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco, che per la prima volta in 500 anni saranno aperte al pubblico. Un’opera faraonica, una piazza nella piazza, una agorà: da oggi infatti piazza San Marco è più grande. E il leone alato, simbolo del Veneto, della Serenissima e delle Generali dal 1848, è sempre più al centro del mondo”.

Da oggi piazza San Marco è più grande: apre al pubblico Palazzo Procuratie Vecchie

Con queste parole il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, è intervenuto all’evento realizzato dalle Assicurazioni Generali, proprietarie dell'immobile, che hanno sostenuto il restauro dei 12.400 metri quadrati dei tre piani dell'edificio. Un cantiere durato cinque anni sotto la guida di David Chipperfield. Le Procuratie diventeranno la casa della Fondazione The Uman Safety Net, uno spazio all'insegna dell'inclusione, dell'innovazione e della sostenibilità, e della fondazione “Venezia capitale mondiale della sostenibilità”, progetto inserito nel Pnrr e portato avanti dalla Regione Veneto.

“Oggi è una giornata storica - ha continuato il Governatore del Veneto - uno di quei giorni in cui vale la pena dire “io c’ero”, perché quello che, dobbiamo dircelo, era un cadavere eccellente, adesso diventa una icona internazionale. Spero che questa opera diventi un laboratorio per i nuovi restauri degli edifici vincolati di Venezia”.

Gli eventi collaterali

Oggi per la prima volta in cinquecento anni di storia le Procuratie Vecchie in Piazza San Marco a Venezia hanno aperto le proprie porte al pubblico, svelando al terzo piano dell’iconico palazzo la nuova casa della Fondazione The Human Safety Net (THSN) del Gruppo Generali, progettata per la parte di Interior, Exhibition & Multimedia Design dallo studio Migliore+Servetto, con la direzione artistica di Davide Rampello. Parte della sede di THSN ospita infatti la mostra interattiva “A World of Potential”, aperta a tutti e visitabile gratuitamente in anteprima da tutti i residenti veneziani da domani a lunedì 11 aprile, incentrata sulla consapevolezza personale e sullo sviluppo del potenziale umano.

In aggiunta alla mostra, il progetto di Migliore+Servetto coinvolge tutto l’ultimo piano e le aree di accoglienza al piano terra, creando spazi per l’interazione, la condivisione e il dialogo: un caffè sempre aperto al pubblico; un’area di coworking riservata alle attività della Fondazione e dei suoi partner e sale eventi, a cui si affianca un auditorium.

Tutto l’intervento di Migliore+Servetto si contraddistingue per un approccio innovativo e sperimentale, volto a generare spazi sostenibili e inclusivi, creati “per condividere” e pensati in rapporto a comportamenti, aspettative e bisogni dei visitatori. In particolare, il percorso espositivo di “A World of Potential” è stato concepito da Migliore+Servetto come una progressione di esperienze e si sviluppa secondo un prologo, tre atti e un epilogo che conducono il visitatore alla scoperta delle proprie potenzialità, a partire dai valori individuati dai curatori Orna Cohen e Andreas Heinecke, di DSE - Dialogue for Social Enterprise: creatività, gentilezza, perseveranza, gratitudine, curiosità, speranza, intelligenza sociale, lavoro di squadra. Questi ultimi sono stati tradotti da Migliore+Servetto in 16 machine à montrer interattive, capaci di coinvolgere i pubblici più diversi e generare una riflessione sui temi dell’inclusione, innovazione e sostenibilità.

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Inclusione, innovazione e sostenibilità

“Il progetto della nuova sede di The Human Safety Net si caratterizza per la leggerezza con cui si rapporta sia alla città di Venezia, emblema di forte identità culturale e di accoglienza, sia al complesso storico delle Procuratie che la ospita. Tre sono i simboli ricorrenti che connettono l’intero progetto: il tavolo, il nido e lo specchio. Il tavolo, emblema dell'incontro e del dialogo, è presente nelle installazioni interattive e negli spazi conviviali. Il nido è il simbolo dell'accoglienza e dei legami ed è richiamato nelle strutture delle librerie, una sorta di fil rouge che collega gli spazi conviviali e quelli di lavoro. Infine, lo specchio, che a Venezia vanta una tradizione secolare e che ricorre negli arredi del caffè e in diverse installazioni, è l’allegoria del confronto con se stessi, della riflessione, della coscienza” - dichiarano gli Architetti Ico Migliore e Mara Servetto.

Forte è il richiamo alla venezianità nei contenuti e nei materiali, anche grazie alla collaborazione con alcuni artigiani locali. Il legame si costruisce su più livelli, a partire da quello visivo con Piazza San Marco: particolare rilievo è stato dato infatti ai 100 oculi cinquecenteschi che percorrono l’intero piano, conferendo all’insieme una valenza pittorica oltre che una relazione diretta con Venezia, che ha saputo accogliere e inglobare culture da tutto il mondo. In alcune di queste aperture la visione è stata potenziata tramite un sistema tecnologico di ingrandimento che, come le macchine ottiche del Canaletto, permette ai visitatori di immergersi nella vita cittadina, attraverso un nuovo modo di interagirvi. Inoltre, l’installazione “Window on Venice” (Finestra su Venezia) consente di fare un salto temporale, esplorando in 3D com’erano alcuni luoghi della Città nel Cinquecento come la Giudecca, il Ponte di Rialto, l’Arsenale, Burano e Murano.

100 arazzi sulle facciate

Le partizioni degli spazi e gli arredi, tutti progettati a disegno da Migliore+Servetto, si pongono in dialogo con le strutture esistenti, valorizzando la maestosa suddivisione dei volumi architettonici e richiamando ulteriormente la profonda radice veneziana del luogo nei materiali impiegati: il vetro, il rame, il legno, gli specchi. Le caratteristiche bricole veneziane costituiscono la struttura portante dell’installazione del percorso espositivo dedicata al team working; le panche del caffè, in legno naturale, richiamano quelle degli storici caffè veneziani; i pattern dei tappeti rielaborano motivi della tradizione, come gli archi ornati di Palazzo Ducale o le murrine millefiori; i lampadari in vetro realizzati da Benvenuto Mastri Vetrai sono pensati come presenze di identità in dialogo con luce naturale e artificiale. Il legame di Venezia con il teatro e le maschere ha ispirato inoltre l'installazione “Teatro Veneziano” – nata da un’idea di Davide Rampello - che accoglie i visitatori: le marionette in legno di Arlecchino, Pantalone e Colombina, realizzate dall’Atelier Carlo Colla e animate da una tecnologia sofisticata, interagiscono con i visitatori rispondendo alle loro domande sulla storia della città in più lingue.

Oltre alla progettazione degli interni di tutta la sede di THSN, alle installazioni interattive e ai contenuti multimediali della mostra, Migliore+Servetto ha ideato la grafica ambientale e il wayfinding che accompagna e guida i visitatori. Lo studio ha contribuito anche alla selezione dei contenuti dell’Art Studio, lo spazio dedicato alle mostre temporanee all’interno del percorso espositivo, che ospita CHUTZPAH. Una tenda che non è una tenda, animali che non sono animali, a cura di Gabi Scardi, un progetto espositivo realizzato dal collettivo Atelier dell’Errore BIG, realtà unica e preziosa nel panorama italiano che dà voce attraverso l’arte a una comunità di giovani soggetti contraddistinti da neurodiversità.

Inoltre, lo Studio firma l’installazione di 100 arazzi sulla facciata delle Procuratie Vecchie rivolta su Piazza San Marco (visibile per una settimana a partire dall’opening) e quella più piccola di 22 arazzi sul fronte interno della Corte Maruzzi, che utilizzano la grafica ambientale per raccontare attraverso le immagini le azioni della Fondazione e la sua identità, partendo da simboli che rendono omaggio alla venezianità della sua nuova casa. Gli arazzi, che riprendono le dimensioni dei drappi storici di Generali esposti alle finestre nelle occasioni speciali, in facciata esterna sono realizzati in tessuto tecnico riciclabile e cangiante, nei colori del rosso, arancio e viola di THSN e recano sovraimpressi volti che rimandano simbolicamente alle persone che aiutano e sono aiutate dalla Fondazione; mentre quelli nella Corte Maruzzi garantiscono trasparenza e permeabilità alle facciate interne, grazie a una trama disegnata ad hoc su fibre tecniche e sostenibili i-Mesh, che addiziona con estrema leggerezza i loghi di THSN e Generali.

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