Il caso di Beatrice Venezi continua a coinvolgere non soltanto il teatro più famoso di Venezia, La Fenice, ma è addirittura arrivato in Parlamento.
Caso Venezi: sovrintendente Colabianchi parla di sessismo
Nella giornata di ieri, giovedì 9 ottobre 2025, il deputato pentastellato Gaetano Amato ha chiesto maggiori informazioni sull’indiscrezione di un possibile mediatore. In particolare, secondo Dagospia, il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, avrebbe contattato il sovrintendente Nicola Colabianchi per far affiancare Venezi da un direttore artistico che abbia l’approvazione dell’orchestra.
Di fatto, la direzione artistica spetterebbe al sovrintendente, ma, dopo la riunione mercoledì 8 ottobre, le due parti sono entrate in apertamente conflitto, più di quanto non lo fossero già. Nello specifico, Colabianchi avrebbe dichiarato che una possibile motivazione della contrarietà sulla nomina di Venezi potrebbe essere il sessismo o la posizione politiche del neo-direttore.
Tuttavia, come ha poi risposto la Rsu della Fenice, durante il vertice di mercoledì non è mai stato neanche accennato un problema sul fatto che sia di sesso femminile o vicina alla maggioranza di Governo:
“Il confronto si è svolto interamente su un piano professionale, fondato su elementi oggettivi e documentati relativi al curriculum artistico della persona designata. Le accuse di sessismo rappresentano un tentativo inaccettabile di delegittimare il dissenso interno, svilendo la legittimità delle istanze espresse dai lavoratori e oscurando il reale contenuto delle nostre critiche”.
Proprio per le affermazioni del sovrintendente, i musicisti della Fenice hanno voluto concludere affermando:
“Per questi motivi, è ormai chiaro che la fiducia inizialmente accordata al Sovrintendente è venuta meno. In queste condizioni, non sussistono più i presupposti per una futura collaborazione”.
Di fatto, i rapporti si erano già incrinati al momento della nomina poiché gli orchestrali non sono stati consultati, com’è consuetudine. Da quel momento, si è creata una frattura interna che è culminata con la pubblicazione online di una petizione da inviare al Ministro Giuli per sollevare Colabianchi dall’incarico.
L’accusa di sessismo e l’intervento di Uto Ughi
Il sovrintendente Colabianchi, tentando di migliorare la situazione, ha provato inveno a ritrattare le sue affermazioni precedenti dichiarando che non ha mai detto che era l’orchestra a ostacolare la nomina di Venezi per sessismo, ma che sono gli utenti social a non accettare una donna come direttrice (o direttore in questo caso). In ogni caso, l’orchestra ha dichiarato uno sciopero per il 17 ottobre, in concomitanza con la prima di Wozzeck.
Nel frattempo, sul caso si è espresso anche Uto Ughi, che è considerato uno dei massimi esponenti della scuola violinistica italiana contemporanea. In particolare, in un’intervista a Gente, ha voluto prendere le parti dell’orchestra dichiarando:
“È questione di curriculum e talento. Lei non ha la statura per quel ruolo“.
Inoltre, ha aggiunto che i giovani musicisti molto spesso non trovano lo spazio per suonare e perciò sono costretti a trasferirsi all’estero, solo per avere un’opportunità di costruirsi un nome e un curriculum. Il violista ha così evidenziato il contrasto con l’esperienza di Venezi, prendendo apertamente le parti dell’orchestra, per poi concludere affermando:
“Nella musica classica non esiste uomo, donna, giovane o meno giovane: esistono solo talento e curriculum”.