Caro affitti, gli studenti rispondono a Brugnaro: "Noi fessi? E' lei che ha perso contatto con la realtà"
"Se ti fai fregare 700 euro per un posto letto non meriti la laurea" ha detto qualche giorno fa il sindaco di Venezia... Ecco la risposta degli studenti
Anche a Venezia continua la protesta degli studenti contro il caro affitti. Dall'11 maggio 2023, sulla scia di una protesta che si è diffusa in tutta Italia, gli studenti fuori sede a Venezia sono accampati con le tende davanti ai magazzini di San Basilio per chiedere risposte concrete sulla residenzialità studentesca.
Caro affitti, gli studenti rispondo al sindaco Brugnaro
In seguito alle dichiarazioni del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, in merito alla protesta, i ragazzi dell'associazione studentesca UDU - Unione degli Universitari hanno scritto una lettera rivolta al primo cittadino.
"Se ti fai fregare 700 euro per un posto letto non meriti la laurea", questa la dichiarazione del sindaco Brugnaro che ha scatenato la bufera.
Ma i fuori sede veneziani rispondono a tono con una lettera rivolta direttamente al sindaco.
La lettera degli studenti: "Noi fessi? E' lei che ha perso contatto con la realtà"
La replica degli studenti universitari non tarda ad arrivare, attraverso una lettera indirizzata proprio al primo cittadino di Venezia.
"Caro Sindaco Brugnaro,
Siamo gli studenti universitari, quelli che in questi giorni si sono accampati da Nord a Sud, in tutta Italia, per denunciare una condizione che va avanti ormai da troppo tempo, soprattutto qui a Venezia.
Non è facile nascondere il disgusto che ci ha assaliti nel leggere, due giorni fa, dalle pagine dei quotidiani il suo scambio di vedute con uno studente universitario che paga 700€ al mese per una stanza e non abbiamo intenzione di farlo ora, a maggior ragione leggendo la sua intervista sui quotidiani nazionali.Siamo inorriditi dalle sue parole e dal suo cinismo, ma non ci sorprendono: è solo l'ennesima dimostrazione di quanto abbia perso il contatto con il mondo reale e con la città che dovrebbe amministrare.
La condizione che viviamo da nord a sud come universitari non si risolve con qualche lavoretto: lavorare per mantenerci gli studi è una triste realtà da anni ormai. E non lo facciamo per pagarci 'i capricci' che lei si pagava facendo la stagione a Caorle, no. Lavoriamo per mantenerci gli studi, per pagare gli affitti folli di questa città e per mangiare un boccone durante la giornata. Lavoriamo perché altrimenti la possibilità di studiare ci verrebbe negata da un sistema che lascia indietro chi non è nato in un contesto agiato e
favorevole.Quella che lei chiama spregiativamente 'paga di Stato' è invece sia un diritto garantito dalla costituzione e dalla legge, sia un investimento per il futuro del nostro Paese: in Italia il numero di laureati nella fascia da 25 a 34 anni è del 28%; la media dei paesi OCSE è del 48%.
Ma il diritto allo studio ormai da tempo viene bistrattato, specie qui in Veneto e in particolare a Venezia, dove non ci sono nemmeno sufficienti fondi per garantire le borse di studio a tutti gli idonei, figuriamoci se parliamo di alloggi. Un sistema, peraltro, che si sostiene con la fatica di famiglie e lavoratori che ogni anno pagano i contributi allo Stato, non certo da chi evade il fisco.
Quello che traspare, purtroppo, dalla sua intervista è che non sa nemmeno di cosa sta parlando. Sono in primis le residenze universitarie private a costare 700€ al mese, quei luoghi adibiti per ospitare proprio noi studenti per permetterci di frequentare in maniera agevole le lezioni. Un sistema, quello delle residenze private, che peraltro vuole lei stesso incentivare attraverso questo fantomatico progetto Venezia Città Campus, per darci definitivamente in pasto alle speculazioni del mercato immobiliare.
E fuori città la situazione non è tanto migliore, anzi, i costi che deve sostenere uno studente pendolare sono poco più bassi di quelli che sostiene uno studente fuori sede.
Dalle sue parole risulta evidente che non si voglia rendere conto di cosa abbiano comportato anni di inerzia nell'amministrazione di questa città, ormai al tracollo, sommersa dal turismo e che mese dopo mese si svuota dei suoi residenti e si impoverisce dei servizi fondamentali per lasciare spazio al pendolarismo.
Noi siamo gli studenti che questa città la vivono tra tante fatiche. Noi siamo anche quei tanti studenti che vorrebbero viverla e non se lo possono permettere. Ed è per questo che non accetteremo lezioni di vita dall'alto del suo patrimonio milionario.
Siamo senza casa e senza futuro e vogliamo risposte. Non siamo disposti a ricevere solo parole di biasimo da chi potrebbe arginare il problema, dalla classe dirigente di questo Paese."
Unione degli Universitari Venezia