Carnevale di Venezia 2025: il rituale del Taglio della Testa del Toro in Piazza San Marco
Questa tradizione affonda le sue radici nel 1162, quando la Repubblica di Venezia sconfisse il Patriarca Ulrico di Aquileia, reo di aver tentato di conquistare Grado, territorio della Serenissima

Nel cuore del Carnevale di Venezia, il palco di Piazza San Marco ha ospitato giovedì 27 febbraio 2025 la spettacolare rievocazione del Taglio della Testa del Toro, un rituale dalle origini medievali che continua a essere parte integrante delle celebrazioni veneziane.
Carnevale, il rituale del Taglio della Testa del Toro in Piazza San Marco
L’evento, curato dall’Associazione “Compagnia L’Arte dei Mascareri” in collaborazione con la Compagnia teatrale Pantakin e una delegazione della città di Aquileia, ha visto la presenza del consigliere delegato alla Tutela delle Tradizioni Giovanni Giusto.
Nel suo intervento, Giusto ha sottolineato l’importanza di questa rievocazione nel tramandare la memoria della Serenissima, capace di proteggere la sua indipendenza e punire i suoi avversari. Ha poi ricordato come il Carnevale veneziano, con le sue maschere, i fastosi balli in costume e le antiche cerimonie, riesca a trasformare la tradizione in spettacoli emozionanti che affascinano ogni anno visitatori da tutto il mondo.
Accanto a lui, il sindaco di Aquileia, Emanuele Zorino, ha celebrato il legame storico tra la sua città e Venezia, sottolineando come il passato comune tra le due realtà riviva proprio attraverso queste antiche tradizioni.

La tradizione
Il Taglio della Testa del Toro affonda le sue radici nel 1162, quando la Repubblica di Venezia sconfisse il Patriarca Ulrico di Aquileia, reo di aver tentato di conquistare Grado, territorio della Serenissima. Per celebrare la vittoria, il doge Vitale II Michiel impose al Patriarca il pagamento di un tributo annuale: un toro, dodici pani e dodici maiali.

Gli animali, simbolo del nemico sconfitto e dei suoi alleati, venivano sacrificati in Piazza San Marco, e la loro carne distribuita tra nobili, clero, popolo e carcerati. Da questa usanza nacque l’espressione veneziana “tagiar la testa al toro”, oggi di uso comune per indicare la necessità di prendere una decisione dopo lunghe esitazioni.

A raccontare questa vicenda sul palco è stata la maschera di Pantalone, accompagnato dalla nipote e dalla balia friulana, mentre la delegazione di Aquileia, avvolta in mantelli neri e maschere da maiale, ha impersonato il Patriarca Ulrico e i dodici feudatari ribelli. La cerimonia simbolica del sacrificio dell’animale ha incantato il pubblico di Piazza San Marco, tra applausi e grande partecipazione. A rendere ancora più suggestiva la rappresentazione, la presenza delle 12 Marie del Carnevale di Venezia, che hanno condiviso il palco con i figuranti in maschera, contribuendo a rievocare l’atmosfera della Venezia medievale.




