La partenza

Bezos e Sanchez lasciano Venezia: sorrisi, yacht e polemiche dopo tre giorni di festa blindata

Dopo gli eventi blindati e le proteste la coppia ha lasciato la Laguna

Bezos e Sanchez lasciano Venezia: sorrisi, yacht e polemiche dopo tre giorni di festa blindata
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Jeff Bezos ha salutato fotografi e curiosi, abbracciato alla moglie Lauren Sanchez, all’uscita dell’hotel Aman, poi via in motoscafo verso l’aeroporto Nicelli del Lido. Dopo tre giorni di festeggiamenti tra location blindate, dress code da copertina e ospiti hollywoodiani, la coppia più paparazzata del momento ha lasciato la Laguna di Venezia.

L'ultima festa veneziana e la partenza

L’ultima serata veneziana si è consumata dentro le mura impenetrabili dell’Arsenale, con un party a tema “Dolce Notte”, omaggio elegante e sognante alla Serenissima. Il dress code? Qualcuno aveva sussurrato "pigiama party", forse per via del completo in raso bordeaux sfoggiato da Leonardo DiCaprio. Ma era solo un assaggio del tono volutamente teatrale e glamour della serata.

Jeff Bezos e Lauren Sanchez
Le nozze a Venezia di Jeff Bezos e Lauren Sanchez

A far ballare tutti ci ha pensato Usher, presenza costante fin dal primo giorno. Intoccabile, invece, la regola del “no phones”: nemmeno le Kardashian, regine dei selfie, hanno potuto pubblicare uno scatto della serata.

Jeff Bezos e Lauren Sanchez a Venezia

Il bilancio del prefetto

Dopo giorni di festeggiamenti, il prefetto di Venezia, Darco Pellos, ha tracciato un bilancio positivo dell’intero evento. Ha fatto sapere che tutto si è svolto come previsto, sottolineando come siano stati garantiti i diritti di tutti: da una parte quelli degli ospiti e degli organizzatori, dall’altra quelli di chi ha scelto di manifestare.

Secondo il prefetto, la città non è stata in alcun modo blindata e sia i residenti sia i turisti hanno potuto viverla normalmente, senza particolari disagi. Ha ribadito che chi ha voluto protestare rispettando le regole ha potuto farlo senza impedimenti, mentre i partecipanti alle nozze hanno portato a termine le celebrazioni senza preoccupazioni.

Pellos ha poi specificato che l’unica manifestazione non autorizzata è stata quella messa in atto da alcuni attivisti in piazza San Marco, un’area che, ha ricordato, è sempre vietata a qualunque forma di protesta. In quell’occasione, le forze dell’ordine sono intervenute rapidamente, evitando però ogni uso della forza.

Riguardo al dispositivo di sicurezza predisposto in occasione della cerimonia sull’isola di San Giorgio, il prefetto lo ha definito adeguato al contesto e alla presenza di ospiti di rilievo. Ha inoltre osservato come l’organizzazione abbia dimostrato la capacità della città di gestire eventi complessi, anche con un incremento di presenze importanti.

Dalle proteste alle polemiche

Non sono mancati, però, momenti di tensione. In città si sono registrate proteste contro l’impatto ambientale e simbolico di un matrimonio extra-lusso in una Venezia fragile. Secondo fonti vicine al magnate, Bezos si sarebbe detto “amareggiato” per le manifestazioni.

Le proteste

Ma non solo, l’evento ha anche innescato un acceso confronto politico, con l’assessore alle Politiche sociali Simone Venturini che ha colto l’occasione per attaccare l’opposizione cittadina, in particolare il Partito Democratico.

Simone Venturini

Secondo Venturini, il dibattito intorno alle nozze avrebbe evidenziato due visioni contrapposte della città: da una parte, ha osservato, ci sarebbe una fazione ideologizzata e minoritaria, sempre pronta a contestare e contraria per principio, che si arrogherebbe il diritto di stabilire chi può o non può sposarsi a Venezia; dall’altra, una parte politica propositiva, che punta sul rispetto delle regole e sull’apertura verso iniziative di respiro internazionale.

L’assessore ha poi criticato duramente la manifestazione andata in scena sabato scorso, a cui hanno partecipato circa 700 persone (secondo altre stime, un migliaio), definendola una dimostrazione che avrebbe creato più disagi alla cittadinanza rispetto alla presenza dei celebri sposi. A suo dire, non sarebbero stati i festeggiamenti privati a ostacolare la vita dei veneziani, bensì i cortei e gli slogan dei manifestanti, che avrebbero utilizzato toni giudicati eccessivamente aggressivi.

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