Banchi a rotelle ancora nuovi di zecca finiscono in discarica, le foto virali
Dovevano essere il simbolo di una scuola capace di reagire alla pandemia...
Sui banchi a rotelle, i famigerati banchi a rotelle, praticamente si è già detto tutto. Ma proprio tutto, tanto che sul web, solo per citare una piattaforma (ma le critiche sono arrivate ormai da ogni parte) sono diventati dei meme. E c'è anche chi ormai li definisce leggendari, come gli unicorni.
Banchi a rotelle ancora nuovi di zecca finiscono in discarica, le foto virali
Insomma, nel momento più drammatico a cavallo tra la prima e la seconda ondata della pandemia Covid, non è che tutti avessero questa gran voglia di ridere... però, poi, come spesso accade in Italia, alla rabbia di molti (politici in primis, che hanno attribuito la scelta di comprare tutte quelle sedute, come un grave errore e come una spesa inutile) si è tramutata in ironia. E poi ancora in rabbia.
Sì, perché è notizia di qualche giorno fa - e l'hashtag #banchiarotelle è ancora nei trend - che i famigerati banchi a rotelle, un po' ovunque in Veneto (da Venezia a Montebelluna, ma anche nel padovano e nel vicentino ad Asiago) siano sostanzialmente abbandonati a loro stessi. Addirittura, e arriviamo all'oggetto dell'articolo, a Venezia è stato immortalato un barchino-chiatta che li porta chissà dove. Sicuramente non in un'aula.
E non sembrano affatto in buone condizioni. Anzi. Sarebbero nuovi di zecca, ma appaiono rotti, scheggiati, destinati, in altre parole a finire in discarica. Insomma si riaccende il dibattito sull'investimento di denaro che poi, purtroppo, in molti casi non ha garantito un servizio aggiuntivo, ma, addirittura, per qualche dirigente scolastico, al contrario, è stato come un peso. Da dover smaltire. Come una cena abbondante che proprio non si riesce a digerire...
Nessun mistero, però, sui "legittimi" proprietari che si sono disfatti dei banchi a rotelle: si tratta del liceo veneziano Benedetti - Tommaseo, che li aveva acquistati un anno fa. Ma vista l'impossibilità nell'utilizzo, è stato proprio il dirigente scolastico a contattare la ditta che si occupa dei rifiuti ingombranti.