Autovelox spenti per il decreto Salvini-Piantedosi: i Comuni della Romea si preoccupano
Mira e Dolo manifestano apprensione in vista della stagione estiva. Il vicesindaco Bolzoni (Mira): "Al momento lo spegnimento comporta meno sicurezza per il territorio".

Grande preoccupazione per i Sindaci dei Comuni posizionati lungo la Romea in merito allo spegnimento degli autovelox non a norma, soprattutto in vista dell'arrivo dei turisti verso le spiagge.
Autovelox spenti
Con il decreto interministeriale Salvini-Piantedosi, del maggio 2024, sono state modificate le normative per il posizionamento e il funzionamento degli autovelox. Di fatto, gli apparecchi per il rilevamento elettronico, oltre a dover sottostare ad alcune regole sul posizionamento, devono anche essere omologati e non solo certificati.
Ciò ha influito sulla decisione della Prefettura di Venezia che ha decretato lo spegnimento degli autovelox fuori norma. Tuttavia, questa scelta sta causando non poche polemiche, soprattutto in vista dell'afflusso turistico estivo.
Infatti, i Comuni più preoccupati sono quelli attraversati dalla Romea.

Le dichiarazioni
Ai microfoni del Tgr hanno espresso la propria preoccupazione il vice sindaco di Mira, Gabriele Bolzoni, e il sindaco di Dolo, Gianluigi Naletto.
Bolzoni ha dichiarato:
"Al momento lo spegnimento comporta meno sicurezza per il cittadino e territorio. Siamo un tratto di strada lungo un rettilineo enorme, che va dalla località Malcontenta fino all'intersezione di Viaggiare".

La sua preoccupazione è rivolta soprattutto alle attività commerciali del luogo e, in vista della stagione estiva, dei turisti.
"Siamo in una stagione alta di turismo, dove forti veicoli di carattere turistico vanno verso le spiagge, come: Rosolina, Sottomarina, Chioggia, eccetera. Quindi un tratto enorme".
Anche il Sindaco Naletto ha voluto manifestare la propria apprensione per la scelta della Prefettura:
"Dal 2012-2013, anno di installazione dei nostri apparecchi, zero, ad oggi, incidenti, e drasticamente sono diminuite le sanzioni, segno che una cultura della prevenzione, e anche del contrasto, ha fatto centro. Oggi, minare questo principio significa ritornare un po' a zero".