Area Pili e palazzi storici, "Report" denuncia i conflitti di interesse di Brugnaro. L'opposizione: "Dimissioni immediate"
Dopo l'inchiesta andata in onda su Rai 3 domenica sera, il primo cittadino di Venezia contrattacca: "Sono solo supposizioni e teoremi di mera strumentalizzazione politica"
Dopo la recente puntata di Report andata in onda domenica 17 dicembre 2023, è scoppiata una forte polemica nel Comune di Venezia. La trasmissione di Rai3 ha approfondito le vicende legate all'area dei Pili, di proprietà dell'attuale sindaco Luigi Brugnaro dal 2006 e finita in un blind trust nel 2017, e alla vendita dei palazzi Donà e Papadopoli al magnate di Singapore Ching Chiat Kwong. Le accuse di presunti conflitti di interesse, avanzate dall'imprenditore Claudio Vanin, hanno dato il via a un'indagine della Guardia di Finanza, che dura ormai da due anni.
L'inchiesta di Report sui conflitti di interesse del Sindaco Brugnaro
L'inchiesta in corso riguarda le accuse di Claudio Vanin, che ha depositato un esposto nel 2021, con 3200 documenti allegati. Le indagini coinvolgono il sindaco Brugnaro e l'assessore Boraso, con quest'ultimo accusato di tangenti. La trasmissione ha evidenziato un video in cui il sindaco parlava all'investitore Kwong dell'edificabilità dell'area dei Pili. Tuttavia, le parti coinvolte danno versioni divergenti degli incontri e delle consulenze.
Il piano per l'area prevedeva un investimento di 1,3 miliardi, ma la società Sama Global, di cui Vanin è direttore tecnico, sostiene che il progetto è stato abbandonato a causa di incognite sulle bonifiche e della pandemia.
Nuove accuse riguardano l'assessore Boraso, accusato da Vanin di aver ricevuto pagamenti per una consulenza immobiliare nei giorni in cui presentava una perizia sulla riduzione del valore di Palazzo Papadopoli.
La situazione è in continua evoluzione, con le opposizioni che chiedono chiarimenti e dimissioni, mentre Brugnaro e Boraso cercano di difendersi dalle pesanti accuse avanzate da Report.
L'opposizione: "Dimettiti"
Le opposizioni in Consiglio comunale, ad eccezione del gruppo "Venezia è tua", hanno firmato un documento chiedendo le dimissioni di Brugnaro da primo cittadino.
"La trasmissione di Report ha messo in luce nuovi elementi che fanno ulteriore chiarezza sulla gravità delle azioni del Sindaco, che si occupa dei suoi interessi mentre dovrebbe operare nell'esclusivo interesse della città. - Scrive su Facebook la consigliera Monica Sambo, Partito Democratico.
È del tutto evidente che Brugnaro dopo aver promesso in campagna elettorale di non fare nulla sui suoi terreni (perché sarebbe stato un conflitto di interesse) ha invece direttamente trattato con il magnate cinese per la vendita dei PILI e la realizzazione negli stessi di progetti di edificazione, cosa questa evidentemente incompatibile con il ruolo che ricopre".
La consigliera Sambo prosegue poi spiegando che sarà la magistratura a far luce sui possibili reati.
"Sarà compito della magistratura accertare eventuali reati commessi nell’esercizio delle sue funzioni, quanto invece alle responsabilità politiche ed etiche sono del tutto evidenti e non possono essere tollerate da chi voglia pensare ad una Venezia trasparente e libera da ogni interesse.
Per questo come Partito Democratico chiediamo al Sindaco di dimettersi e fare l’unica scelta adeguata, per aver consapevolmente mentito ai cittadini e per aver, in questi anni, negato quello che le immagini di Report hanno fatto emergere in tutta evidenza: Brugnaro governa prima di tutto nel suo interesse di imprenditore e usa la città per le sue ambizioni personali e politiche.
A questo si aggiungono le accuse rivolte all’assessore Boraso su cui auspichiamo si faccia chiarezza nel più breve tempo possibile, perché non si possono lasciare ombre pesanti sull’operato della Giunta. A Venezia serve una nuova Amministrazione che metta l’interesse pubblico al primo posto e che lavori per ridare dignità a una città abbandonata e senza alcun futuro per le scelte di chi la Governa."
Il sindaco Brugnaro contrattacca
Dopo le accuse mosse da Report, il primo cittadino di Venezia ha risposto con una nota smentendo qualsiasi conflitto di interesse.
“Per l’ennesima volta, sono chiamato a rispondere dei miei presunti conflitti di interesse. La novità sarebbe rappresentata da un video che racconta l’attività di un primo cittadino che risponde alle domande su cosa preveda o non preveda il PRG vigente in una o più aree della Città. Un’attività che ho sempre svolto personalmente con decine di potenziali investitori, nazionali ed internazionali, relativamente a tutte le occasioni di sviluppo dell’intero territorio comunale. Un’attività che faccio con orgoglio e che, a differenza delle opposizioni, ritengo un dovere per un primo cittadino.
Era il 5 febbraio 2018 quando venne presentata la prima richiesta di Consiglio comunale straordinario sui Pili. Risposi a tutte le domande. Poi il 5 novembre 2020 un altro Consiglio comunale straordinario sullo sviluppo dei Pili, le risposte sono state dettagliate, anche su Vanin, Lotti, Ching. C’è un verbale di 81 pagine agli atti del Consiglio, tutti disponibili online. Nuovamente, il 21 ottobre 2021, un altro consiglio straordinario per sentire il Sindaco sui suoi presunti conflitti di interesse, sempre chiesto strumentalmente dall’opposizione".
La nota prosegue con un chiarimento sui terreni dei Pili e sulla vendita dei palazzi, in cui Brugnaro spiega:
"Voglio ricordare, ancora una volta, che per quanto riguarda i terreni dei Pili, in oltre 8 anni della mia Amministrazione, non c’è un singolo atto del Consiglio Comunale o della Giunta che abbia modificato capacità edificatorie o destinazioni urbanistiche, vigenti già dal 1999. Il resto sono solo supposizioni e teoremi che ritengo di mera strumentalizzazione politica.
Nel merito della vendita dei due palazzi pubblici citati nel servizio, voglio ricordare che questi erano già nel piano delle alienazioni previsto dalle precedenti Giunte di centrosinistra e sono stati ceduti con procedure di evidenza pubblica, in piena trasparenza e legittimità. Invece che darci il merito di essere riusciti a venderli, per rimpinguare le casse del Comune, le opposizioni ci accusano di aver fatto ciò che loro non sono state in grado di realizzare.
Ciclicamente, a due anni di distanza, tornano le solite accuse, con l’obiettivo di rallentare la nostra azione amministrativa, di offendere e screditare. Come sempre, risponderemo continuando a lavorare ogni giorno, con impegno e passione ed ancora più determinazione, nell’interesse concreto di tutti i cittadini".