Accordo tra Confindustria Venezia e Intesa Sanpaolo: 16 miliardi di euro per le imprese del Veneto
Il Veneziano spicca per la vocazione turistica con l’11% delle imprese attive nel settore della ricezione e ristorazione (vs. il 7,7% nazionale) e il numero di turisti che nel 2021 ha superato i 27 milioni di presenze, pari al 9,4% del totale italiano.
È stata firmata da Confindustria Venezia - Area Metropolitana di Venezia e territorio di Rovigo e Intesa Sanpaolo la declinazione locale dell’accordo nazionale tra Confindustria e Intesa Sanpaolo per la crescita delle imprese, che mette a disposizione 16 miliardi di euro per le imprese venete nell’ambito dei 150 miliardi di euro del plafond nazionale, per promuovere l’evoluzione del sistema produttivo sul percorso congiunto “Competitività, Innovazione, Sostenibilità”, in coerenza con il PNRR.
Accordo tra Confindustria Venezia e Intesa Sanpaolo: 16 miliardi di euro per le imprese del Veneto
L’accordo è stato firmato dal presidente di Confindustria Venezia - Area Metropolitana di Venezia e territorio di Rovigo Vincenzo Marinese, dalla direttrice regionale Veneto Est e Friuli Venezia Giulia di Intesa Sanpaolo, Francesca Nieddu con competenza sul Veneziano e da Cristina Balbo, direttrice regionale Veneto Ovest e Trentino Alto Adige Intesa Sanpaolo con competenza sul Rodigino.
“L’accordo con Intesa Sanpaolo favorisce il sostegno alla liquidità e agli investimenti delle imprese che puntano alla sostenibilità e guardano al futuro - dichiara il Presidente di Confindustria Venezia area metropolitana di Venezia e Rovigo Vincenzo Marinese -. I recenti fatti di cronaca hanno messo in evidenza, ancora una volta, che la salvaguardia del Pianeta deve essere una priorità per tutti. Ogni componente della società civile è chiamato alla responsabilità. In questo scenario, all’industria spetta il compito di guidare il cambiamento, poiché la transizione energetica richiede un percorso lungo e oneroso. Il protocollo d’intesa premia le aziende che si impegnano in tal senso e nell’ambito della digitalizzazione: queste imprese saranno valutate meritevoli della fiducia necessaria per la concessione di un finanziamento”.
“Mettiamo in campo risorse e competenze per sostenere i piani di crescita delle nostre imprese, nell’ambito del rinnovato accordo con Confindustria – ha dichiarato Francesca Nieddu, direttore regionale Veneto Est e Friuli Venezia Giulia Intesa Sanpaolo -. Il nostro Gruppo conferma e rafforza l’attenzione al sistema produttivo del Veneziano, con un’attenzione particolare alle caratteristiche distrettuali di questo territorio e alla presenza del sistema portuale e all’economia locale che ne deriva. Abbiamo strumenti innovativi di credito che premiano le imprese impegnate in azioni concrete nel miglioramento del proprio profilo ESG e Laboratori ESG dedicati sul territorio. In questa direzione il nostro Gruppo ha già erogato a livello nazionale oltre 4,5 miliardi di euro in S-Loan e circular economy.”
“Accompagniamo le imprese del Rodigino nella valorizzazione del capitale umano e nelle transizioni sostenibile e digitale affinché mantengano la capacità di competere sul mercato anche grazie all’appartenenza a filiere produttive radicate a livello locale – ha aggiunto Cristina Balbo, direttore regionale Veneto Ovest e Trentino Alto Adige Intesa Sanpaolo -. In questa regione abbiamo attivato 113 filiere che coinvolgono circa 1.600 fornitori con un giro d’affari complessivo di quasi 11,5 miliardi di euro.”
L’Accordo a favore delle imprese del Veneziano di durata triennale rientra in quello firmato lo scorso ottobre da Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, e Carlo Messina, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo e pone al centro iniziative a supporto delle aziende in ambito di digitalizzazione e innovazione, rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale, potenziamento delle filiere e sostenibilità.
L’intesa consolida e rinnova la collaborazione ultradecennale tra Intesa Sanpaolo e Confindustria che, grazie a un’interpretazione sinergica e condivisa del rapporto tra banca e impresa, si è rafforzata nel corso degli ultimi anni. A partire dal 2009 sono stati sottoscritti diversi accordi improntati a una visione di politica industriale di ampio respiro, finalizzati a rendere la finanza e il credito componenti strategiche al servizio della competitività del mondo imprenditoriale. Iniziative congiunte hanno consentito di supportare decine di migliaia di imprese con credito per oltre 200 miliardi di euro, affiancandole nelle fasi più critiche di uno scenario economico in continua evoluzione.
Il sistema produttivo del Veneto, gli asset strategici
A cura della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo
Il tessuto socio-economico del Veneto è caratterizzato dalla più alta densità abitativa del Nord-Est (265 abit. per kmq) con elevati livelli di reddito per abitante e di valore aggiunto per occupato (71 mila euro), paragonabili alle altre due locomotive del triangolo industriale più dinamico d’Italia, l’Emilia-Romagna e la Lombardia. Prevalgono le imprese di piccole dimensioni (dove lavora il 27,6% degli occupati) a cui si abbina una buona presenza di imprese di medie dimensioni (che assorbono il 19,6% degli occupati) a prevalente vocazione industriale.
Si tratta di aziende che riescono a competere anche a livello internazionale grazie all’appartenenza a filiere produttive competitive e fortemente radicate localmente, spesso localizzate nei distretti industriali che esprimono un’alta propensione all’export (43,9%), quasi 15 punti percentuali in più rispetto a quella media nazionale (29,3%). La fitta rete di prossimità di subfornitura facilita l’innovazione nelle imprese venete che tendono a investire in ricerca e sviluppo e a brevettare in misura maggiore rispetto alla media nazionale sia per numero di addetti alla R&S (7,3 ogni mille abitanti vs i 6 dell’Italia), sia per numero di brevetti (115,3 ogni milione di abitanti, vs Italia che si ferma al 74,6).
La competitività regionale si manifesta in modo particolare sui mercati esteri. Nel 2021 la ripresa delle esportazioni ha contribuito al recupero delle imprese venete (+7,8% l’aumento sul 2019): con 70,3 miliardi di euro di esportazioni la regione ha superato del +41% i livelli del 2008. Nel 1° trimestre 2022 la variazione è balzata al +19,9% a prezzi correnti, per effetto anche del rialzo dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici, ma che si mantiene su valori rilevanti anche a prezzi costanti (+10,6%). La provincia di Venezia ha superato 1,5 miliardi di esportazioni al 1° trimestre 2022, con un incremento a prezzi correnti del +32,1% sullo stesso periodo del 2019, la migliore performance tra le province venete da attribuire principalmente alla meccanica, alla metallurgia e alle calzature. Brillante la ripresa delle esportazioni del primo trimestre 2022 sui valori pre-pandemici anche nella provincia di Rovigo (+23,5%) grazie alla produzione di fertilizzanti, composti azotati e chimica di base, gomma e plastica e metallurgia.
L’economia italiana nel primo trimestre 2022 ha continuato a crescere, registrando una crescita acquisita del 2,6%. La crescita attesa per l’anno in corso è del 3% e può contare sul recupero del turismo atteso nella seconda parte del 2022. La provincia di Venezia ha buone prospettive di ripresa grazie al previsto contributo del settore turistico, che pesa per l’11% sul totale delle imprese attive (vs. il 7,7% nazionale) e che era stato fortemente penalizzato dalle limitazioni imposte durante la pandemia. Già nel 2021 gli esercizi ricettivi e la ristorazione della provincia avevano segnato un buon risultato con più di 27 milioni di presenze. Gli indicatori di interesse dei turisti internazionali evidenziano un approccio favorevole verso l’Italia (sono più che raddoppiate tra marzo e maggio le ricerche di alloggio da parte dei tedeschi) e le aspettative rimangono positive anche per l’estate visto che l’Italia dovrebbe essere preferita perché considerata località sicura, lontana dal conflitto e ad alto potenziale per i viaggi di prossimità.
Alla luce del contesto geopolitico caratterizzato dal conflitto russo-ucraino, sarà fondamentale, soprattutto per le imprese capofila, essere globali agendo localmente con investimenti diretti nei mercati di sbocco. Il Veneto è ben posizionato in termini di internazionalizzazione con più di 5.200 partecipate estere: di queste poco più di 3.000 in paesi europei e circa 600 insediamenti negli Stati Uniti, che risulta il paese più rilevante.