Abusi nella casa di riposo di San Donà di Piave, Zaia: "Obbligo di telecamere"
Ma dall'opposizione il Pd incalza la Giunta regionale...
“Dalle informazioni che ho assunto oggi dagli organi di stampa risulta una situazione inquietante che non si può giustificare, è incomprensibile e diffonde angoscia in tutti noi. Poter pensare che questi poveri anziani venivano picchiati e, addirittura, molestati pesantemente dà la dimensione di un Veneto che non riconosciamo. Seguo con apprensione quello che sta accadendo ed il lavoro della magistratura e ovviamente siamo qui a testimoniare la presenza della Regione in tutte le sedi qualora ve ne fosse la necessità. È giusto che la verità venga a galla fino in fondo, nell’interesse di tutti”. Foto di copertina d'archivio
Abusi nella casa di riposo di San Donà di Piave, Zaia: "Obbligo di telecamere"
Così il presidente della Regione Luca Zaia interviene in merito alle notizie di stampa emerse relativamente ad una casa di riposo di San Donà di Piave.
“Colgo l’occasione per ricordare che il tema delle telecamere e della videosorveglianza che all’interno di queste strutture deve diventare obbligatoria – conclude Zaia -. Questo obbligo non toglierebbe nulla alla maggior parte degli operatori che opera con professionalità, rispetto alle poche mele marce che ci possono essere. Quindi sì alle telecamere ovunque e h24 nelle case di riposo e a controlli serrati a tutela degli ospiti delle nostre residenze per anziani”.
Il Partito democratico incalza la Giunta regionale
A seguito degli esiti dell’inchiesta condotta dai Carabinieri della Compagnia di San Donà di Piave, che ha portato ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Venezia, a carico di quattro operatori socio sanitari, indagati per concorso in maltrattamenti aggravati ai danni di anziani ospiti della locale RSA “ISVO”, i consiglieri del PD Veneto, Francesca Zottis (vice presidente del Consiglio regionale), Anna Maria Bigon (vice presidente della Commissione Sanità) e Andrea Zanoni (presidente della Commissione Legalità), hanno presentato oggi un’interrogazione.
Nell’atto, sottoscritto dai consiglieri del gruppo dem, si chiede “se fossero pervenute alla Giunta regionale segnalazioni riguardanti fatti “da attenzionare” accaduti nell’RSA “ISVO” di San Donà di Piave; se erano state svolte attività di vigilanza su questo istituto e, in caso affermativo, quali esiti avessero dato; se la Giunta regionale intenda costituirsi parte civile nelle cause che vedranno coinvolti i responsabili dei soprusi, delle violenze, delle sevizie e degli indicibili maltrattamenti avvenuti nella suddetta RSA ai danni di persone anziane fragili e indifese”.
“Considerato che il Sindaco di San Donà di Piave ha annunciato che il Comune si costituirà parte civile contro i responsabili di tali soprusi, riteniamo – aggiungono Zottis, Bigon e Zanoni – che anche la Regione abbia il dovere di fare altrettanto. Alla luce di quanto accaduto, va inoltre garantita l’apertura completa della struttura ai familiari, per assicurare il massimo sostegno ai più fragili. Da parte nostra la totale solidarietà agli ospiti e alle loro famiglie per questa vicenda dai contorni raccapriccianti”.
Il commento dell'Ordine dei medici
"Oggi è un giorno che purtroppo ricorderemo in futuro: i dialoghi nauseanti riportati dalla stampa ci hanno immerso in un’atmosfera putrida".
Il presidente dell’OMCeO veneziano e vicepresidente FNOMCeO Giovanni Leoni commenta così le notizie che arrivano da San Donà di Piave sugli abusi subiti a lungo da una quindicina di anziani ospiti della casa di riposo “Monumento ai Caduti”, per mano di alcuni operatori sanitari, ora finiti in manette o agli arresti domiciliari con l’accusa di maltrattamenti aggravati.
"Per prima cosa – aggiunge il presidente Leoni – mandiamo un grande abbraccio agli anziani vittime di questi soprusi ed esprimiamo la massima solidarietà ai loro familiari e parenti. Gli anziani sono la nostra memoria, la nostra storia, la nostra guida. Hanno lavorato per noi tutta la vita e dobbiamo a loro la nostra stessa esistenza. Queste persone sono degne del massimo rispetto e protezione soprattutto quando le loro condizioni di salute le portano a non essere più autosufficienti. Un giorno, forse per alcuni non lontano, anche noi saremo come loro. Per chi è estremamente fragile essere ricoverato in una casa di riposo e doversi staccare dalla famiglia è già motivo di grande afflizione. Per questo dobbiamo dare ai nostri anziani le massime garanzie di sicurezza, attenzione e cura".
"Leggiamo in queste ore – sottolinea il presidente Leoni – di violenze fisiche e verbali da casa degli orrori. L’Ordine nasce come istituzione a tutela della qualità del servizio che i suoi iscritti forniscono ai cittadini e quindi siamo profondamente coinvolti in questa situazione come tutti coloro che hanno scelto nella vita una professione di aiuto. Ringraziamo il collega medico che, con il coraggio della sua denuncia, ha contribuito alle indagini, le Forze dell’Ordine e la Magistratura per il loro lavoro. Ci affidiamo alla nuova Direzione dell’istituzione in oggetto per un reale e completo cambio di gestione".
"Chiediamo infine alla Magistratura – conclude il presidente Leoni – di fare al più presto chiarezza su questa vicenda e di considerare con la massima severità, nella certezza della pena, chi si è reso responsabile di una violenza vile contro esseri fragili e indifesi, i nostri nonni. Fatti del genere vanno fermati e puniti in modo esemplare affinché, in assenza del senso del dovere e della carità, intervenga la legge".