Covid, Zaia: “Rt in calo, dovremmo restare zona gialla | +3468 positivi | Dati 20 novembre 2020
Verona e Treviso sono entrate nella fascia 5.
Nuovo aggiornamento sulla situazione pandemica.
Il bollettino
La conferenza stampa del Governatore Luca Zaia di oggi, venerdì 20 novembre 2020 è iniziata con il consueto bollettino che vede 2.640.734 tamponi, 703.663 tamponi rapidi, i positivi sono 116.156 (+3468), i ricoverati 2.294 (+52), in terapia intensiva 286 (-10), i dimessi sono 6.147 (+95), i morti 3.123 (+66). Il presidente della Regione Veneto ha spiegato:
“La considerazione che ne viene fuori è sostanziale: c’è una tenuta fronte delle terapie intensive che oggi hanno un -10. E’ un dato anomalo ma è vero che il trend non è quello della forte crescita ma di una crescita leggera. Abbiamo in area critica, quindi fascia 5 delle realtà entrate da poco che sono Treviso e Verona ma rimane buona la tenuta del sistema. Per noi è sostanziale la tenuta del sistema che non significa solo la gestione dei pazienti Covid ma anche degli 8mila pazienti no Covid”
Situazione sotto controllo
Zaia ha parlato della situazione all’interno degli ospedali:
“Oggi siamo nella condizione di dire che la situazione è sotto controllo, grazie a tutti gli operatori chiamati a fare degli sforzi importanti. Le terapie intensive interessate sono sotto pressione perché a differenza della prima fase non abbiamo un lockdown totale, abbiamo anche gli incidenti che pesano sulle terapie intensive. Se c’è un dato in evidenza è che la presa in carico delle terapie intensive ha visto un innalzamento dell’età degli over 70 che ci fa pensare verosimilmente che dal punto di vista clinico che la durata della permanenza nelle terapie intensive è più importante e non ci permetterà di avere un turnover più rapido del carico e scarico delle terapie”
Si rischia la zona arancione?
Il presidente della Regione Veneto è tornato sul tema della zona gialla o arancione e ha spiegato:
"Se dovessi descrivere la situazione del venerdì che ormai è il giorno dei colori, io dico che per noi, per i numeri che abbiamo, la sensazione e per il cima di gestione per noi non è cambiato nulla rispetto a venerdì scorso. Non so poi gli algoritmi come girano, la situazione non è peggiorata, risulta anche secondo i nostri calcoli che il dato Rt è sensibilmente calato. Ricordo che il dato Rt è infernale perché è legato a molti fattori, basta pensare ai tamponi, ne facciamo una marea. Posso dire che anche in questo caso non sarebbe male se ci fosse una sommatoria tra tamponi rapidi e molecolari. Direi che si sta facendo un bel lavoro, grazie a chi sta lavorando. I cittadini hanno bisogno di certezze, una ce l’abbiamo: la macchina della sanità sta rispondendo bene”.
I tamponi dai medici di base
Il Governatore ha ribadito inoltre che dei 3007 medici di base, 1618 fanno tamponi. Zaia ha spiegato:
“Non era un’eresia pensare che si potesse fare un bel percorso e accordo con i medici di base, quasi il 59% dei medici di base fa tamponi e ne fa 2319 al giorno, nelle diverse modalità. L’accordo funziona in questa maniera: non ho obbligato nessuno, i medici di base fanno l’attività perché hanno deciso di modificare il contratto nazionale che prevede 18 euro a tampone che fa il medico e 12 euro se lo fa fuori dal suo ambulatorio, prevede anche con accordo regionale l’indennità per l’infermiere, dispositivi come mascherine, guanti, camice. L’accordo nazionale prevede 30milioni euro con soldi delle Regioni. Se fate un calcolo veloce ne esce che garantisce la possibilità di avere 30 tamponi, fatti questi 30 tamponi è finito il budget”
Per quanto riguarda i veterinari…
Zaia ha ribadito inoltre che, per quanto riguarda il coinvolgimento dei veterinari per l’esecuzione dei tamponi:
“Sto aspettando una risposta dal Governo, potrà far sorridere ma nelle emergenze bisogna approfittare di tutte le opportunità che abbiamo. Il comitato tecnico ci dirà se è una proposta utile o no. Si può essere rispettosi della qualifiche, della sicurezza ma possono pensare che rispetto alla manovra tampone si possa fare un addestramento sanitario, per questo mi son permesso di dire che valutiamo sia veterinari e dentisti. Bisogna fare squadra e rete, senza sminuire le professioni, nel momento di emergenza non dimenticherò che nella prima fase della pandemia in alcuni ospedali in Italia si arruolavano anche gli oculisti per seguire i pazienti Covid”.
Criticità a Legnago, pochi medici
Una infermiera che lavora nell’area non critica nell’ospedale di Legnago, ha scritto al presidente Zaia per rendere noto che ci sono 13 infermiere turniste, di cui 5 sono contagiate nonostante stiano lavorando utilizzando tutti i dispositivi di protezione individuale. L’infermiera lamenta il fatto che tutte stanno facendo dei turni massacranti e non riescono a reggere il peso a causa della mancanza del personale. Zaia ha risposto:
“Questi sono momenti nei quali si va sotto pressione, purtroppo la sanità ha una pressione paurosa, come quando arriva l’alluvione la Protezione Civile è in difficoltà per la mole di lavoro. Lo sappiamo, magari avessimo personale da dare, non ce n’è purtroppo, abbiamo tentato di contattare le aziende con gli infermieri a partita Iva, se ne avete fatecelo sapere. Sappiamo il sacrificio dei lavoratori”.
Per il vaccino anti Covid
Il Governatore ha spiegato inoltre che verso la fine di gennaio sul mercato ci saranno almeno 6 vaccini contro il Covid. Zaia ha affermato:
“Non è obbligatorio. Se non volete farlo, non fatelo. Chi vuole farlo lo faccia. Serve rispetto per la libertà, ho l’impressione che non si sia valutato l’aspetto nazionale perché serve anche il materiale per fare i vaccini, quindi siringhe, cotone ecc. Quello che sto per dire non è una proposta, sia chiaro però secondo me un domani arriveremo al passaporto sanitario che secondo me sarà richiesto dai diversi Paesi prima di entrare sul territorio, senza vaccino secondo me in certe zone non si potrà entrare”.