In carcere a Caracas

Alberto Trentini telefona ai genitori: “Spiragli di speranza” dopo undici mesi di detenzione in Venezuela

"In questi 327 giorni la nostra fede non è mai venuta meno", hanno commentato i genitori dopo la terza telefonata del cooperante

Alberto Trentini telefona ai genitori: “Spiragli di speranza” dopo undici mesi di detenzione in Venezuela

Per la terza volta in quasi undici mesi di prigionia in Venezuela, Alberto Trentini, cooperante del Lido di Venezia, è riuscito a telefonare alla sua famiglia. Una chiamata breve ma significativa, che i genitori accolgono come un segnale di speranza dopo mesi di silenzio e attesa.

Alberto Trentini telefona ai genitori: “Spiragli di speranza”

“Questa telefonata apre nuovi spiragli perché segue la visita in carcere dell’ambasciatore italiano e l’arrivo a Roma di una delegazione venezuelana”, hanno dichiarato i genitori di Trentini, assistiti dall’avvocata Alessandra Ballerini.

Armanda Colusso, mamma di Alberto Trentini

Durante la conversazione, Alberto ha raccomandato ai genitori di prendersi cura di loro stessi e ha assicurato di sentirsi forte. Ha anche voluto ringraziare tutte le persone che in questi mesi gli sono state vicine, ribadendo il proprio affetto per la famiglia.

“In questi 327 giorni la nostra fede non è mai venuta meno”, hanno aggiunto i genitori, esprimendo gratitudine verso chi, in Italia e all’estero, continua a impegnarsi per ottenere la liberazione del figlio, detenuto senza una formale incriminazione.

Nel frattempo, la Farnesina prosegue le iniziative diplomatiche per i quindici italiani attualmente detenuti in Venezuela. Dallo scorso luglio, è stato nominato Luigi Vignali come inviato speciale per seguire da vicino la situazione dei connazionali, un segnale di attenzione che — secondo la famiglia Trentini — fa sperare in piccoli ma concreti passi avanti verso una soluzione.