Dietro l’omicidio di Dolores Dori, la 44enne di Camponogara (in copertina) uccisa lo scorso 2 ottobre 2025 a Lonato del Garda (Brescia), si nasconde una faida tra due famiglie sinti scoppiata per un matrimonio non approvato.
Omicidio Dolores Dori, una faida familiare finita nel sangue
Al centro della vicenda una giovane di 23 anni, figlia della vittima, innamorata di un ragazzo considerato “di lignaggio inferiore”. Un amore che la madre avrebbe osteggiato con tutte le sue forze, fino ad arrivare alla tragedia.
Resta ancora da chiarire se la figlia di Dolores Dori sia stata trattenuta contro la sua volontà nel campo nomadi di Lonato del Garda dalla famiglia del fidanzato (come sostenuto dalla madre), oppure se avesse scelto di restare nel Bresciano di sua iniziativa.
La 44enne era convinta (o ha fatto credere di esserlo) che la ragazza fosse stata rapita e avrebbe così giustificato la spedizione punitiva insieme alla madre 59enne e al figlio 16enne: una sorta di “missione di salvataggio” per riportare a casa la figlia. Che però non è affatto detto volesse farsi salvare.
La sparatoria
Partiti da Camponogara, i tre sono arrivati a Lonato in auto. Dopo aver sfondato il cancello del campo in retromarcia, la 44enne e la madre hanno aperto il fuoco contro alcune persone. Il figlio, intanto, riprendeva tutto con lo smartphone, fornendo poi agli inquirenti un video cruciale per ricostruire i fatti.
Pochi secondi dopo, la situazione è degenerata: il padre del ragazzo della figlia di Dolores (chiamiamolo pure futuro “consuocero” per non ingarbugliarci, nonostante sia palese che quel grado di parentela non si sarebbe mai concretizzato nella realtà) ha risposto al fuoco, colpendo la donna con tre proiettili. Gravemente ferita, la 44enne è stata trasportata all’ospedale di Desenzano dal marito, accorso sul posto. È morta poco dopo l’arrivo in pronto soccorso.
Arresti e caccia al killer
Le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Brescia e della Compagnia di Desenzano hanno portato al fermo della madre e del figlio minorenne della vittima, accusati di aver partecipato all’assalto armato insieme alla vittima. La 59enne è stata condotta nel carcere di Brescia-Verziano, mentre il 16enne si trova all’Istituto minorile Beccaria di Milano.
Il presunto assassino, il futuro consuocero di Dolores Dori, è invece irreperibile. È in corso una caccia all’uomo coordinata dai carabinieri.
Una fuga d’amore o un rapimento?
La tensione tra le famiglie covava da tempo. Nei giorni precedenti alla sparatoria, il padre di Dolores aveva pubblicato un video minaccioso sui social, pistola in mano, intimando alla famiglia rivale di “restituire” la giovane. Poche ore dopo, quella minaccia virtuale è diventata realtà di sangue.
Ma è andata proprio così, la figlia è stata “rapita” oppure si trovava nel Bresciano per sua volontà per stare con il presunto futuro sposo, figlio del presunto assassino tuttora latitante?
Il dato di realtà è che la figlia non è mai comparsa durante tutta la sparatoria e comunque non è mai stata nemmeno menzionata dai carabinieri e questo farebbe propendere più per la seconda ipotesi.
L’erede della 44enne uccisa si era probabilmente innamorata di un ragazzo considerato non di pari “lignaggio”, ma i suoi parenti sembra avessero altri piani per lei: da qui la ribellione.
Insomma una fuga volontaria, quella della ragazza, dall’epilogo funesto: ora si ritrova senza più una madre, con fratello e nonna in carcere e con il padre del suo compagno ricercato per omicidio.