Indagini in corso

Dolores Dori uccisa a 44 anni, scaricata davanti all’ospedale di Desenzano

La donna, originaria di Vicenza e residente a Camponogara con il compagno e alcuni degli otto figli, è stata colpita da tre colpi di pistola davanti all’ospedale

Dolores Dori uccisa a 44 anni, scaricata davanti all’ospedale di Desenzano

È arrivata davanti al pronto soccorso di Desenzano del Garda giovedì 2 ottobre intorno alle 19.30, in condizioni critiche, con tre ferite da arma da fuoco tra l’addome e una gamba. Dolores Dori, quasi 44 anni, nata a Vicenza e residente a Camponogara con il compagno e alcuni degli otto figli, è stata abbandonata davanti all’ospedale da una Alfa Romeo Stelvio con targa falsa. Scaricata e lasciata a terra, è stata subito soccorsa dai medici che hanno tentato di salvarle la vita anche con un delicato intervento chirurgico. Ma le ferite erano troppo gravi e la donna è morta poco dopo in sala operatoria.

Pronto Soccorso Desenzano del Garda

Tra i figli di Dolores c’è una figlia di 23 anni, al centro della lite familiare, e un figlio minorenne che l’avrebbe accompagnata al campo di Lonato del Garda.

Lite familiare all’origine del delitto

Secondo una prima ricostruzione, la donna sarebbe stata colpita all’interno dell’accampamento rom di via Ferrarini a Lonato del Garda. Dolores sarebbe andata al campo Sinti, accompagnata dal figlio minorenne per riportare a casa la figlia 23enne, che sarebbe stata trattenuta contro la sua volontà. Tuttavia, c’erano già delle tensioni tra le due famiglie e ciò sarebbe degenerato fino alla sparatoria che ha ucciso Doris.

Oltre a sapere chi è stato a sparare, sembra che i figli le siano rimasti sempre accanto, secondo quanto dichiarato a Il Gazzettinoaccompagnandola all’interno dell’ospedale di Desenzano del Garda. Testimone diretto dell’omicidio sarebbe stato anche il figlio sedicenne. Poco dopo l’arrivo di Dolores, il padre del fidanzato e il figlio avrebbero pubblicato sui social un video-minaccia mostrando una pistola.

Gli investigatori ritengono che proprio da quella discussione, degenerata in violenza, siano partiti i colpi di pistola che hanno raggiunto la vittima.

Il sequestro dell’accampamento e le indagini in corso

L’accampamento di Lonato è stato immediatamente posto sotto sequestro. Quando i militari sono arrivati sul posto, hanno trovato un piazzale deserto: roulotte aperte, panni stesi, automobili abbandonate e soltanto due cani rimasti a vigilare. Tutti gli abitanti si erano allontanati in gran fretta subito dopo l’accaduto.

L’Accampamento all’arrivo dei Carabinieri

Un fotogramma delle telecamere di sorveglianza mostra un uomo al volante della Stelvio, probabilmente il marito della vittima, che avrebbe abbandonato la moglie ferita davanti al pronto soccorso per poi sparire nel nulla. Rimane ancora da chiarire chi guidasse l’auto con la targa falsa e perché se ne sia andato così di fretta. Anche gli altri membri del campo hanno fatto perdere le proprie tracce nelle ore successive.

Le indagini partono ora dall’analisi dei sistemi di videosorveglianza sia nei pressi dell’ospedale sia nell’area dell’accampamento, per ricostruire con precisione i movimenti dell’auto e delle persone coinvolte.

Il passato della vittima e l’ombra del fratello pentito

Il profilo di Dolores Dori non è privo di ombre: a suo carico risultano precedenti per furti e raggiri, soprattutto ai danni di anziani.

Ma c’è anche un altro elemento che rende ancora più intricata la vicenda: il fratello della donna è un collaboratore di giustizia, inserito in un programma di protezione in Toscana. Tra i casi più noti, una truffa ai danni di un anziano di Vedelago, a cui aveva sottratto 100 mila euro.

Secondo alcune fonti, Dolores sarebbe anche la figlia della cosiddetta “Regina dei Sinti” di Pistoia. Inoltre, il fratello, detenuto fino a pochi mesi fa nel carcere di Prato, aveva deciso di fornire dichiarazioni alla magistratura raccontando episodi di corruzione e traffici illeciti tra le mura dell’istituto penitenziario. Le sue rivelazioni hanno portato a un’inchiesta che ha coinvolto anche agenti della polizia penitenziaria e, lo scorso giugno, a un maxi blitz con oltre trecento uomini delle forze dell’ordine all’interno del carcere pratese.

Secondo gli investigatori, tuttavia, il passato del fratello non avrebbe collegamenti diretti con l’omicidio della 44enne.

Il corpo di Dolores Dori è ora a disposizione della magistratura bresciana, che ha già disposto l’autopsia per chiarire le cause precise della morte e la traiettoria dei colpi. Le indagini, seguite passo dopo passo dal sostituto procuratore Sussarellu, proseguono a ritmo serrato per ricostruire dinamiche e responsabilità di un omicidio che sembra maturato nell’ambito di una faida familiare.