Vista dall’esterno, la campagna elettorale per le Regionali in Veneto risulta piuttosto singolare. Da un lato il Centrosinistra ha da tempo messo in campo il suo candidato, individuato in Giovanni Manildo, ex sindaco di Treviso, che ha superato i due mesi di campagna elettorale, facendo già 200 incontri sul territorio.
Dall’altra, invece, il Centrodestra appare in evidente ritardo e affermare ciò non è altro che una mera constatazione dei fatti, perché, a meno di due mesi dal voto, non c’è ancora il nome di un candidato. O meglio, non c’è ancora un annuncio ufficiale, dato che da settimane la Lega ha voluto prendere una posizione decisa proponendo, dal palco di Pontida25, la figura di Alberto Stefani, 32enne Segretario regionale della Lega, che tra l’altro ha ricevuto l’appoggio manifesto anche di Forza Italia.

Centrodestra, Stefani vicino alla candidatura in Veneto
La matassa, comunque, dovrebbe essere sciolta nelle prossime ore, considerato che è previsto un incontro tra le forze di Centrodestra, attualmente impegnate a sostenere a Roberto Occhiuto, candidato per le Regionali in Calabria.
Da superare sono le discussioni interne tra Fratelli d’Italia e Lega, col primo partito che mette sul piatto il fatto di essere la prima forza politica in Veneto (più votata alle Europee dell’anno scorso), mentre il secondo intende dare seguito all’amministrazione decennale di Luca Zaia (governatore uscente).
Dopo la vittoria di Acquaroli nelle Marche, si è iniziato a ipotizzare un “patto” Meloni-Salvini riguardo la candidatura di Stefani per il Veneto e quella di un nome di Fratelli d’Italia per le elezioni in Lombardia. Ma sul tema, ai microfoni di The Young Hope, il Presidente del Senato Ignazio La Russa (FdI) ha smentito tale scenario:
“Nessun baratto tra Veneto e Lombardia”.

Anche il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida (FdI), intervistato dal Messaggero, ha riferito:
“Il Veneto non è né un’asta, né un mercato. I candidati vanno individuati e, per fare le scelte giuste, serve il tempo necessario”.

La partita del candidato, in ogni caso, sembra essere giunta al termine, anche se gli elettori del Centrodestra del Veneto, a cui già è stato fatto intuire che al termine delle elezioni nelle Marche sarebbe stato delineato un nome, sperano ora di non dover attendere dopo il 5 ottobre, cioè l’esito delle elezioni in Calabria.
Centrosinistra, Manildo: “Già 200 incontri”
Prima del 23 e 24 novembre 2025, giorni delle urne in Veneto, ce n’è ancora di tempo per fare campagna elettorale, tuttavia, considerando il dato della scarsa affluenza ai seggi nelle Marche (astenuti più del 50%), avere un programma definito, con delle figure concrete a suo sostegno, è fondamentale per avvicinare gli elettori ancora in dubbio su chi votare.
Su questo punto il Centrosinistra si è mosso con largo anticipo. Manildo è stato presentato due mesi fa e, in questo tempo, ha già partecipato a 200 incontri sul territorio regionale, confrontandosi con i cittadini sui temi che la sua squadra intende attuare qualora venga eletto Presidente della Regione.

“Un lavoro di ascolto e di confronto vero, con cittadini, imprese, sindacati, associazioni e amministratori locali. È così che vogliamo costruire il futuro del Veneto: partendo dai problemi reali e dalle energie migliori della nostra terra” ha dichiarato l’ex sindaco di Treviso.
In queste ore, inoltre, il campo largo a sostegno di Manildo si sta allargando ulteriormente, con l’appoggio di sette liste, compresi Volt e Renzi:
“Il nostro progetto per il Veneto continua a convincere sempre più cittadini, forze politiche, associazioni. Merito della nostra coalizione e di chi in questo anno abbondante di lavoro è riuscito, senza polemiche o giochi di potere, a costruire una proposta veneta e per i veneti” scrive il candidato del Centrosinistra su Facebook.
Sul ritardo della nomina del candidato del Centrodestra, invece, Andrea Martella, segretario regionale del Partito Democratico, si è espresso con queste parole:
“È assurdo che per sapere chi guiderà la corsa in Veneto si debba aspettare come vanno le elezioni nelle Marche o, chissà, in Calabria.

Si tratta di una mancanza di rispetto verso le famiglie, le imprese e i lavoratori della nostra terra. Il Veneto merita di più“.